Il congresso mondiale delle famiglie: una kermesse all’insegna di Dio, Patria e Famiglia (tradizionale)

Perché una recrudescenza così spinta, a 360° sul piano culturale, dei temi tradizionalisti, rispetto alle diverse visioni di famiglia, delle scelte di genere e dei comportamenti sessuali, dei ruoli della donna e dell’uomo, fino al ruolo dell’Occidente in senso lato ? Una possibile spiegazione sociologica alla diffusione e spesso al profondo radicamento culturale di tali convincimenti può risiedere nell’attuale crisi economica iniziata verso la fine della prima decade del secondo millennio (2007-2008) in cui a seguito di molteplici dissesti finanziari scaturiti da azzardate operazioni immobiliari associate a prodotti finanziari altrettanto rischiosi hanno determinato una riconfigurazione mondiale dei flussi di denaro. Ne è conseguito in inasprimento delle concentrazioni di ricchezze a livello mondiale, un impoverimento generalizzato di intere fasce sociali cui si sono accompagnate politiche di ”austerity” proprio per fare fronte ai dissesti finanziari di numerosi istituti di credito in molti paesi. Tutti questi cambiamenti sono avvenuti tra l’altro nell’ambito di un perdurante dominio della cosiddetta economia finanziarizzata che invece di invece di fare tesoro dei propri errori ne h approfittato per rinvigorire il pensiero neo-liberista dominante. La precarizzazione del lavoro, l’abbassamento generalizzato dei salari, l’erosione di tutte le forme di welfare, sebbene in diversa misura ma di fatto in tutti i paesi del mondo, hanno acuito il sentimento di incertezza. Dal punto di vista culturale, il senso di precarietà generalizzato, la crisi per auto-implosione dei partiti politici tradizionali e di altre forme di rappresentanza hanno lasciato spazio a movimenti populisti che facendo leva, da una parte sulle paure tradizionali dell’uomo, dall’altra proponendo i capi-saldi tradizionalmente condivisi (ad esempio ”dio”, ”patria”, ”famiglia”) hanno acquisito consenso politico con la connivenza e spesso l’appoggio di diversi gruppi di interesse economici. Da qui la ”riscoperta” dei sani principi della famiglia tradizionale, l’indentificazione del genere col sesso, ovvero il ”maschio” deve essere ”uomo” e nient’altro e idem per quanto concerne il ruolo sociale e biologico della donna-femmina. Lo spazio per la libertà di scelta individuale, per concetti quali la socializzazione al genere, l’autodeterminazione della donna in tema di interruzione di gravidanza, vista di conseguenza come omicidio, o dell’uomo in generale di fronte al tema del fine vita, sono conseguentemente compressi e rivisti alla luce del pensiero cattolico tradizionale o cristiano conservatore, approcci entrambi molto funzionali al rinforzo di tali ideologie. Una presunta superiorità della cosiddetta ”razza bianca”, sia in termini culturali sia biologico-ereditari, fa da sfondo a tutte queste ideologie che nascono da pensieri conservatori e per questo molto rassicuranti: il nero o l’immigrato, soprattutto se proveniente dalle aree più svantaggiate della terra, spesso depauperate proprio dall’Occidente è visto come il nemico, come colui che ci toglie o potrà togliere quel poco di benessere conquistato negli ultimi decenni, in termini di posti di lavoro, di welfare e di benessere in generale. I diversi tassi demografici delle culture di provenienza, quasi tutti a sfavore della ”razza bianca”, fanno vedere inoltre i flussi migratori nella loro possibile veste di invasione a scopo di ”sostituzione” peraltro organizzata, secondo le note teorie del complotto, da diversi gruppi di potere economico, con la Fondazione Soros sempre in prima fila tra i facili capri espiatori. Quindi da una parte, si propone il sano e rassicurante ”rifugio” della famiglia tradizionale in cui i principi sono immutabili per definizione perché di origine divina, dall’altra si incita all’odio razziale e alla chiusura alle altre culture fino alla costruzione di muri o alla chiusura dei porti, se non addirittura il blocco navale, contro i flussi migratori, anch’essi stimolati da gruppi di interesse economico-finanziario, interessati all’annientamento della razza bianca tramite un progressivo meticciamento delle culture autoctone. Qui il LINK al convegno cui l’Università di Verona che prudentemente gli ha chiuso le porte proprio per sganciarsi da una possibile responsabilità futura rispetto ad un rischio di accreditamento ”scientifico-accademico” da parte di un’istituzione universitaria.

World Congress of Families XIII

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