Autonomia differenziata ovvero una secessione di fatto 2.0 certamente non quella ruspante voluta negli anni ’90 dai cerebrolesi ”Serenissimi” che fecero irruzione con tutta la loro volgarità e ingenuità a Venezia piazza S. Marco nel ’97 con il ”tanko” ma quella degli industrialotti del triveneto. L’autonomia differenziata è frutto, oltre che di un ventennio di individualismo spinto in senso liberistico capitalistico, di un’alleanza tra industriali del triveneto, ambienti economico-finanziari variopinti sempre del nord e artigiani e liberi professionisti tendenzialmente ”sovranisti” (ma ”glocal”) e razzisti con l’appoggio della massa di voti di uno stuolo di popolino ottuso e anch’esso razzista e soprattutto antimeridionalista. In queste interviste fatte per RADIO ONDA D’URTO viene spiegato il disegno complessivo, anche culturale, di questa cosiddetta autonomia che passa proprio dalla scuola proprio per forgiare le future generazioni al pensiero unico egoistico ”nordico” dall’assunto molto semplice: intanto tratteniamo parte delle nostre tasse nei nostri territori, ce le gestiamo noi a livello regionale, organizziamo come vogliamo noi almeno 23 ambiti decisionali tra cui la scuola e se poi, al sud, battono cassa, al limite concediamo loro un po’ di aiuto caritatevole.