Il 9 novembre 2019v si è replicata a Roma la grande protesta popolare contro il modello regressivo, razzista e xenofobo di questi ultimi governi. In questo LINK le interviste per Radio Onda d’Urto, direttamente dal corteo e altri materiali utili. La protesta è scesa in piazza come un anno fa su impulso di un variegato sistema di movimenti progressisti e antagonisti, sindacati di base, movimenti femministi, per il diritto all’abitare, movimenti di lavoratori migranti organizzati, tutti sotto la bandiera degli ”Indivisibili”: un nome, un progetto che rappresenta l’unità. Unità contro la chiusura nei recinti nazionali (”prima gli italiani”, ”porti chiusi”), nei recinti regionali (l’autonomia differenziata e la secessione dei ricchi) per finire in quelli municipali (”not in my garden”, no nel mio giardino…) e in quelli personali (la legittima difesa ”a prescindere”). La bestia è quel complesso meccanismo fatto di ”operatori” social, fiancheggiatori, influencer, semplici cittadini infervorati ed aizzati, organizzati da un software che cadendo nella rete delirante dell’odio xenofobo e razzista fanno il gioco, appunto, di quei professionisti che lavorano per il ”figurante” Salvini. Un serie di like che aumenta le visite sui social che a loro volta rendono più visibile la pagina Facebook dove si pubblicano gratuitamente commenti e post che a loro volta verranno analizzati e rimasticati sotto forma di slogan che immancabilmente il ”figurante” di cui sopra vomiterò addosso alla folla applaudente nei comizi reali o virtuali. La politica di questa sorta di politico ”on-demand” è il frutto di questa spirale perversa che parte dalla creazione ad arte di falsi problemi, paure create ad hoc ma che fanno leva su comprensibili paure ataviche tipiche dell’italiano medio, moderato, alle prese con le rate del mutuo per pagare la sua misera casetta comprata magari all’apice del boom speculativo edilizio del periodo pre-crisi. Ed è cosi che pur in presenza di un numero di reati in discesa compresi gli omicidi, si riesce ad innescare la paura del furto, della rapina ai danni dello sfortunato impiegato o piccolo commerciante che immancabilmente stava per sposarsi e svolgeva attività di volontariato in parrocchia, ovviamente a favore dei poveri, cittadini italiani, di pelle bianca e proprio per questo era amato da tutti. Il copione si presenta analogo in diverse situazioni ognuna delle quali grida vendetta. Ed è cosi che il ”legittimo turbamento psicologico” consente a quell’italiano medio, con le rate del mutuo che pesano sulla tua testa e su quella dei suoi figli, di difendere fino alle estreme conseguenze quel piccolo patrimonio che lo avevano illuso di essere un proprietario sebbene in co-proprietà con la banca: al buio, o in penombra, può quindi sparare e uccidere perché a prescindere da tutto, nessuno può violare il caposaldo della società liberale e liberista: la proprietà privata. Tutto ciò, però, senza sapere che non vi è un’emergenza omicidi o reati contro il patrimonio e senza sapere che ribadendo fino all’esasperazione la legittima difesa della proprietà sacra e inviolabile si può fare passare anche il decreto sicurezza e con esso gli sgomberi di edifici inutilizzati e fatiscenti che danno riparo ad italiani e stranieri in difficoltà. Nel momento in cui l’italiano medio così come lo straniero che insieme ad altre centinaia di migliaia di lavoratori di tutte le etnie, manda avanti l’economia italiana, si accorgerà che la protesta per difendere il proprio posto di lavoro dalle speculazioni finanziarie del faccendiere di turno o di un fondo azionario con sede alle Bermuda, potrà essere repressa proprio grazie la decreto sicurezza-bis del politico ”figurante” che lui stesso ha votato…sarà troppo tardi perché si ritroverà in carcere. Porti chiusi, manganello facile, prigione per chi sbaglia e relativa chiave nel tombino, sono i TAG di questa politica repressiva che propone il modello rassicurante ”Dio-Patria-Famiglia” e che tra qualche mese verrà sdoganata definitivamente dopo un primo rodaggio di circa 18 mesi. Contro tutto ciò il 9 si è scesi in piazza, italiani e fratelli di altre nazionalità e culture, insieme perché appartenenti alla stessa razza umana, perché l’unica razza che si conosce è un pesce!