Oggi 3 dicembre 2019 l’Italia va sotto processo per un mancato soccorso o meglio per ritardi negli stessi come è avvenuto in altri casi simili e spesso sempre al largo delle coste di Lampedusa: si tratta della tragica giornata dell’11 ottobre 2013 che lasciò in fondo al mare circa 300 persone che si adagiarono sul fondo accanto ad altre 368 persone pochi giorni prima affogati anch’essi per ritardi, incomprensioni e negligenze. Un’ecatombe cui noi civilizzati europei, costruttori di armi, sfruttatori di risorse naturali che renderebbero i paesi di provenienza potenzialmente più ricchi di noi, non possiamo più far finta di non vedere. Le strumentalizzazioni politiche che poi si sono scatenate intorno questo problema che è divenuto tale a causa dei permessi non accordati nei paesi di origine e canali umanitari mai attivati se non per piccoli numeri, hanno ormai assuefatto gli italiani divisi in ”pro-invasione” e ”contro l’invasione” come fossero due forme di tifo da stadio, due opinioni come tante che si affrontano sui social tramite tastiere tanto infiammate quanto superficiali. Mentre l’Italia muore di vecchiaia e vede fuggire all’estero le sue giovani risorse, i suoi territori di ”periferia”, le montagne, gli insediamenti pedemontani si svuotano e si degradano ma con tutto ciò non si accoglie chi viene da fuori e che è obbligato alla migrazione, anche a costo della vita. La realtà del nostro sistema capitalistico è che ad esso occorre un numero crescente di lavoratori ricattabili, atomizzati, non sindacalizzati per cui oltre alla crescente precarizzazione anche nell’ambito del cosiddetto lavoro ”a tempo indeterminato” per i cittadini italiani, la presenza di persone che possano accettare il ricatto del lavoro nero sottopagato e invisibile rappresenta una utile risorsa. Salari in discesa, accentramenti di ricchezze esorbitanti, evasioni fiscali miliardarie da parte di multinazionali che dettano legge a paesi-nazione fantasmi di sé stessi, rappresentano il brodo di coltura ideale per una forza lavoro smarrita e pronta a tutto. Il cinismo dei governanti che strumentalizzano da destra e da sinistra questo fenomeno ha raggiunto livelli rivoltanti ma un giorni i nodi verranno al pettine e qualcuno ne dovrà rendere conto: il 3 dicembre 2019 rappresenta una piccola tappa di questa resa dei conti ma la via giudiziaria, ovviamente, non risolve il problema…