I vantaggi di questa strategia, sicuramente complessa e dispendiosa, non ho titolo per illustrarli qui ma come sociologo ne sottolieno almeno tre: 1) coloro che risultano immuni possono adottare comportamenti e una ”distanza” sociale coerente con il loro stato 2) le persone asintomatiche ma positive al test potranno assumere con consapevolezza comportamenti ”protettivi” verso la comunità e soprattutto verso le persone non più giovani o fragili 3) considerata l’età media degli insegnanti, la più alta d’Europa, l’attività didattica futura ne beneficerà proprio grazie ad un livello di fiducia reciproca e desiderio di incontrarsi di nuovo cui i test potranno dare un contributo.
Vi imploro affinché non ci siano in futuro altri ”eroi” da dover piangere anche tra le fila degli insegnanti, dagli insegnanti delle scuole dell’infanzia fino all’università tenuto conto che anche se in percentuale ridotta, la morte non risparmia nessuno e ogni decesso in più è sempre troppo soprattutto se evitabile. Io propongo uno screening a tappeto su allievi e insegnanti e ATA, utilizzando con le dovute accortezze gli stessi locali degli istituti e scaglionandone l’accesso, adibendo gli spazi per l’occasione in ”centri prelievi” temporanei. Vi è tutto il tempo per farlo, ovvero da una certa data di luglio fino alla ripresa delle lezioni a metà settembre. Allo stesso modo, andrebbe fatto lungo tutto il mese di giugno limitatamente ad un sotto-gruppo di studenti, qualora si decidesse di tornare sui banchi per gli esami di Stato.
Nella speranza che questa proposta venga valutata insieme a tutte le altre opzioni che tengono conto prima di tutto della salute della nazione e solo dopo i problemi economici, invio un cordiale saluto.