Per una scuola di tutti

Lo Stato ha il dovere di garantire tutto ciò in sicurezza, assicurando i fondi necessari.


La maggior parte dei provvedimenti di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi venticinque anni hanno impoverito la scuola: (aumento del rapporto alunni/docente, degrado degli edifici, organici precarizzati…)
Per garantire sicurezza e rilanciare la scuola il governo deve ridurre gli alunni per classe, ristrutturare gli edifici, elaborare un piano serio di edilizia scolastica, programmare un adeguato piano di assunzioni; invece stanzia una cifra addirittura inferiore a quella per la quale il ministro Fioramonti si era dimesso, con l’aggravante che una parte ingente di queste somme riguarda la scuola privata!
Come sempre la cura per la scuola si traduce in pura evocazione retorica e assenza di fatti concreti; la scuola pubblica statale, la spina dorsale del Paese, rischia la dematerializzazione, con un inevitabile effetto negativo, soprattutto in termini di uguaglianza e democrazia, su tutto il Paese; e, a fronte di finanziamenti cospicui per i grandi imprenditori, per la scuola lo Stato propone misure gravemente insufficienti. (SEGUE A PAG.5)

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