”Amici miei” e la super…azzolina

Come comunità educante è nostro dovere mettere in guardia tutti, a partire dagli studenti e dai loro genitori, che la necessità deldistanziamento sociale, unita alla esigua disponibilità di risorse e strumenti messi sinora a disposizione degli istitui scolastici, non consentiranno di realizzare nel prossimo anno scolastico una scuola di tutti e per tutti. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto gli alunni più fragili.
Sentiamo parlare, dal dai primi rapporti Bianchi-Colao alle Linee Guida ministeriali, apertamente di scuola “ibrida”, di “rendere permanente il modello attuale” di didattica virtuale, di differenziare a seconda dei contesti orari, percorsi, interventi, di intervento dei privati in supplenza dello Stato a sostegno delle scuole. Di fronte a tutto questo ribadiamo che
– La scuola della Repubblica si svolge nelle aule, con docenti dello Stato, con programmi uguali per tutti; nessuna scuola della Repubblica è possibile “alternando” frequenza e modalità a distanza.
– La scuola è il luogo delle relazioni umane in presenza, le uniche che possono determinare costruzione di  coscienza e conoscenza critica. Nessun orario può essere ridotto, nessuna parte di orario può essere sostituita da attività gestite da enti esterni, terzo settore o altri privati.
– La scuola della Repubblica è aperta a tutti, non è un optional chesi può o meno frequentare, in presenza o a distanza: è un obbligo , almeno fino a 16 anni.
– La scuola della Repubblica deve tendere a rimuovere le diseguaglianze e per far ciò dev’essere uguale per tutti, dal nord al sud del Paese, dai quartieri più ricchi a quelli più poveri. Non esiste scuola della Repubblica con classi sovraffollate o alternate, che frantumino o disperdano le relazioni sinora faticosamente costruite.

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