Da una lato abbiamo lo sport della vela, fatto di regate ma anche di semplici navigazioni, vacanze e momenti indimenticabili di evasione, riflessione, contatto con la natura. Dall’altro abbiamo sempre delle imbarcazioni a vela ma la rotta rappresenta per gli equipaggi la strada per la salvezza. A bordo, poi, non si sale in 5-6 o al massimo 10 ma in 60 o 70, tutti disperati ma probabilmente con maggiori speranze di raggiungere la costa rispetto ai fratelli più sfortunati che partono invece che dalle coste della Turchia, dalla Libia, su gommoni ”usa e getta”, messi a disposizione dei criminali libici che gestiscono i centri di detenzione (e tortura, secondo quanto acclarato da numerose ONG oltre che dall’ONU e le sue organizzazioni che si occupano di migranti). Sulla rotta Turchia-Italia, inoltre, non agiscono i mezzi della cosiddetta guardia costiera libica il cui lavoro non è salvare vite ma sequestrare i mezzi e le persone a bordo per riportarle all’inferno. Per avvicinare simbolicamente queste due realtà con moltissimi punti in comune e sensibilizzare le persone del mondo della vela (e non solo) o quantomeno mantenerne alta l’attenzione SOS MEDITERRANEE sta portando avanti diverse iniziative: tra queste il recente patrocinio dell’imbarcazione H2O dell’ASD Girovelando alla prestigiosa regata ”La lunga Bolina”.







