D’altra parte, anche sul piano storico, quel tricolore primordiale nato sotto l’egida di una ”repubblica”, quella Cisalpina, è legato ad una pausa brevissima in cui l’assetto istituzionale si configurò appunto come res-publica un po’ come fu la speranzosa Repubblica romana peraltro affossata da quelle stesse forze militari che poi sostennero il processo di unificazione del puzzle italico. La forma repubblicana fu quindi una brevissima pausa perché poi si dovette aspettare oltre un secolo e mezzo, un lungo periodo caratterizzato da un regno portato avanti da personaggi tutt’altro che illuminati che trascinarono le masse operaie in due conflitti mondiali che furono per noi due grandi carneficine e soprattutto si piegarono miseramente all’avanzata fascista. Il tricolore, quel tricolore che si vorrebbe festeggiare, non portò con sé nulla dei principi rivoluzionari giacobini che mai furono applicati ma al contrario fu portato più volte in battaglie di conquista coloniale in Africa o appunto in inutili carneficine. Oggi che siamo in guerra in quanto finanziamo l’invio di armi in Ucraina alimentando anche lì un’inutile carneficina, oggi che le nostre industrie belliche fanno affari d’oro anche in quei paesi che calpestano i diritti umani come l’Iran cui vengono vendute, grazie a spericolate e ciniche ”triangolazioni” con altri paesi (es. Turchia), munizioni che vengono usate illegalmente per reprimere sparando anche cartucce a pallini di piombo ad altezza d’uomo, il dissenso politico interno, l’unica bandiera che andrebbe issata dovrebbe essere quella della pace. Ammainiamo a mezz’asta il nostro tricolore perché a partire dalle incursioni NATO in Serbia a fine anni ’90, all’appoggio dato alla distruzione dell’Iraq alla ricerca di inesistenti armi di distruzione di massa, al fiasco totale di 20 anni di occupazione, sempre accanto alla NATO, dell’Afghanistan, ecc. ecc. non c’è proprio nulla da festeggiare o di cui essere ”orgogliosi”.
Festa del tricolore? oggi NON festeggio
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