Antropologia ”sovranista”

Qui sotto trovi diviso in 5 pagine un articolo apparso su ”Il Primato Nazionale”, periodico sovranista, sul numero di novembre 2018, contro i ”pericoli del meticciato”. L’esercizio cui ci si può dedicare è quello di sottolineare tutti i concetti che in qualche modo ci fanno tornare indietro ai tempi della promulgazione, nel 1938, del manifesto della razza, in cui come oggi, antropologi, etologi e scienziati, affermavano l’esistenza di più razze, geneticamente diverse tra loro anche in termini di intelligenza, comportamenti e ovviamente cultura. Ci  si può anche esercitare nel trovare tutti quei passaggi nel testo, nelle parole-chiave usate, negli esempi e/o nelle allusioni (il ”detto” ma ”non-detto”) in cui il concetto di cultura viene affrontato quasi come se fosse una variabile geneticamente determinata: questo è in realtà un modo più ”gentile” per veicolare un pensiero fondamentalmente razzista ma socialmente più accettabile in quanto si parla solo di cultura e non di geni: in questo modo però il razzismo altro non è che razzismo camuffato da etnocentrismo, anch’esso condannabile forse anche più del razzismo ”classico”, in quanto più subdolo da individuare, almeno per un lettore mediamente istruito ed acculturato o completamente e inconsapevolmente immerso  nel clima xenofobo, discriminatorio,  sessista e razzista che stiamo vivendo in questa prima metà del nuovo millennio.

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