In solidarietà con Alfredo Cospito

Una persona in regime detentivo ”duro” (41bis) e condannato all’ergastolo ostativo (fine pena mai) si sta lasciando morire, rinunciando all’alimentazione, per protesta contro due misure restrittive di per sé aberranti per uno Stato democratico e ”di diritto” ma che nel suo caso giuridico specifico hanno anche fondamenta molto deboli oltre che inutili. Si confondono le analisi storiche che spiegano questo regime detentivo nato circa 40anni fa e oggi ingiustificabile: d’altra parte andando nel dettaglio delle misure al suo interno, molte di queste si potrebbero definire, a buon titolo, come torture fine a sé stesse. Anche l’ergastolo ostativo, peraltro in contraddizione con lo spirito educativo o rieducativo della pena sancito dalla Costituzione, altro non è che una pena di morte differita, una vendetta. Siamo molto lontani da quello spirito liberaldemocratico e molto più vicini ad una funzione di vendetta e di sofferenza consequenziale ad un’azione deviante. In barba a tutte le statistiche che dimostrano che il tasso di recidiva di chi usufruisce di pene alternative a quelle detentive è molto più basso dei percorsi ”afflittivi”: si preferisce il polso duro per acquietare le paure, peraltro create ad arte dai mass-media e da politici reazionari, di una popolazione in cerca di capri espiatori facili essendo più difficile individuare il soggetto che li impoverisce giorno dopo giorno.

La scuola italiana va alla guerra

(intervista per Radio Onda d’Urto – 24dic.2022) Libro e moschetto, non è uno slogan d’altri tempi ma tragicamente attuale. Dal colloquio con Antonio Mazzeo, insegnante e soprattutto punto di riferimento fondamentale per tenere d’occhio le derive militariste dell’apparato industriale bellico italiano di questi ultimi 10 anni, emerge un quadro allarmante rispetto alle infiltrazioni nel mondo educativo

Vela Sensibile con SOS MEDITERRANEE

Ripartono le uscite all’insegna dell’inclusione sociale

Sabato 17 dicembre dopo due attracchi in banchina difficoltosi per la forte risacca, H2O la splendida imbarcazione di circa 14mt. dell’ASD Girovelando era pronta ad accogliere i donatori di SOS MEDITERRANEE per una lezione di vela offerta nel quadro dei ”doni solidali’‘ della nota ONG impegnata nei soccorsi in mar mediterraneo, oggi sotto attacco da più fronti a causa delle attuali scelte governative dell’Italia e più in generale dalla ”Fortezza Europa”. L’iniziativa, seguendo un principio solidaristico nella piena consapevolezza di stare tutti ”sulla stessa barca”, in base al quale nessuno si salva da solo e nessuno deve essere lasciato indietro, è in concomitanza con un altro progetto, denominatosi Vela Sensibile: il nome nasce da un’iniziativa all’interno della galassia UISP-Vela tra alcuni istruttori di vela e numerosi appassionati di vela ciechi e/o ipovedenti sparsi in tutta Italia. Semplici curiosi o appassionati di mare e vela che vogliono avvicinarsi a questo mondo carico di metafore ed emozioni si affiancheranno a persone cieche e/o ipovedenti con le quali condivideranno le stesse esperienze: spesso gli appartenenti al gruppo Vela Sensibile possono essere loro stessi istruttori in quanto dal 2018 in poi sono state molte le occasioni per navigare addirittura in crociere estive di più giorni oppure in occasione di stage per istruttori come quello di Caorle nel 2019, organizzato dalla UISP-Vela Nazionale

A partire da queste esperienze informali ma con alla base già numerose sistematizzazioni teoriche formative che porteranno al futuro ”manuale della vela inclusiva”, l’Associazione Piccabulla, (già impegnata in progetti innovativi di formazione) con lo storico Istituto Sant’Alessio di Roma e un gruppo di ricercatori che si sta aggregando su iniziativa del dipartimento di Sociologia dell’Università di Cassino, intende presentare progetti nel quadro Erasmus+ per dare gambe ”scientifiche” e sostegno economico a questa iniziativa.

Dalla ”sinistra” della ZTL, al fascio-leghismo

Ci siamo! tanto ha fatto la sinistra benpensante e radical-chic per dimenticarsi del popolo dei lavoratori, dei precari e delle partite IVA imprenditrici di sé stesse che alla fine è arrivato come da copione, esattamente 70 anni dopo, il fascio-leghismo a convogliare la voglia di rivalsa delle classi subalterne, strumentalizzate, come sempre dal Capitale e dai suoi militari di truppa. Nella società c’è incertezza per il futuro? c’è poco lavoro e quello che ci viene proposto è precario? mal pagato e squalificante? ci sono virus impazziti e l’economia è in recessione, con l’aggravante dell’inflazione concomitante…? niente paura! Per quanto riguarda il virus, semplicemente non c’è (o forse non c’è mai stato), tanto che il S.S.N. in rovina, la medicina di prossimità inesistente e gli infermieri che mancano sono solo un brutto ricordo. L’aumento della mortalità e il calo dell’età media e speranza di vita alla nascita rappresentano infatti un’opportunità di risparmio, peraltro anche per l’INPS. Per tutto il resto arriva il solito capro espiatorio ma riveduto e corretto da una propaganda sofisticata e con UNA presidente del Consiglio che la mette in scena con la mimica convincente e familiare di una partecipante professionista di ”Uomini e donne” o del ”Grande Fratello”. Il migrante che viene da noi per raccogliere sotto il sole a 40° per 3,00 (tre) euro l’ora, quei pomodori che i nostri giovani vorrebbero tanto raccogliere al loro posto perché possano arrivare sotto forma di salsa saporitissima sull’italica pizza tanto amata da noi veri patrioti, è sulla buona strada per essere finalmente lasciato libero di morire sulla sua terra. Poco importa se quella terra sta diventando inospitale a causa delle locuste, dei cambiamenti climatici, delle carestie, delle guerre o guerriglie, ecc. ecc. : l’importante è che quel 60% di quel popolo che ha votato per l’Armata Brancaleone, essendo sempre più ignorante per una scuola-agenzia per l’impiego (che non c’è) che punta alle competenze e al ”merito” ma nel frattempo cade a pezzi, sia convinto che finalmente potrà diventare più ricco proprio grazie a quei 3 euro l’ora che finalmente potranno rimanere nelle tasche del popolo italico, discendente diretto di quel popolo che un tempo dominava mezza Europa e tutto il Mediterraneo. Se un giorno, però, si accorgerà che le strategie per una vera redistribuzione del reddito attraverso strumenti fiscali efficaci con i forti e morbidi con i deboli e gli ultimi non verrà perseguita sarà più difficile reagire nelle piazze a meno che non si tratti di gruppi di non più di 49 persone! d’altra parte, l’apparato repressivo che fino a ieri lamentava la penuria di carburante per rincorrere il grande crimine organizzato così come la carenza di personale, oggi è fiducioso, perché quell’Armata Brancaleone che da sempre è stata al suo fianco, oggi governa e il suo approccio ”muscolare” verso i deboli, i non-conformi, il dissenso politico conflittuale, sarà in linea con le loro richieste attuali e future. L’Italia, con circa 467 agenti di PS e PG ogni 10mila abitanti viene subito dopo la Russia e la Turchia, quindi in quanto a sicurezza potrebbe stare tranquilla ma il popolo non ne è mai sazia e sempre di più ne avrà ma sotto forma di repressione del dissenso anche perché i reati, quelli che minano la sicurezza nazionale, sono da anni in netta diminuzione: eppure, in concomitanza con le angherie contro il capro-espiatorio per antonomasia, il ”migrante irregolare”, in particolare quello ”economico”, il sentimento di rivalsa e di rabbia popolare è stato narcotizzato da un altro provvedimento essenziale ed urgente, come quello che concerne l’ergastolo ostativo. Si costruiranno finalmente più carceri per risolvere l’annoso problema del sovraffollamento di queste dimore di lusso per sfaccendati. Per aumentare il senso di fiducia nel futuro, la sicurezza, per garantire le sane abitudini e tutelare i ”veri” valori occidentali, bianchi e cristiani del patriottico popolo italico, ci si scaglia e ci si scaglierà anche contro quelle stravaganti unioni tra membri dello stesso sesso che pretenderebbero di offrire affetto non solo tra di loro ma addirittura ad un figlio adottivo in nome dell’amore: un paese che è il più vecchio d’Europa e col tasso di natalità più basso e che deve iniziare prima o poi a riprodursi come conigli, non può permettersi queste ”schifezze”! Dio, patria e famiglia, saranno finalmente la nostra bussola per raggiungere tutti insieme ma ognuno per la propria strada, la propria bella e calda… caverna full-optional, clava compresa, nel caso in cui la moglie una sera dovesse rincasare più tardi del consentito.

Per una vela inclusiva a 360°

Si è svolta, il 16 luglio 2022, presso Porto Turistico di Roma a Ostia la giornata di sostegno ad SOS MEDITERRANEE che ha visto la partecipazione di persone cieche appassionate di vela insieme a persone sostenitrici dell’ONG franco-italo-tedesco-svizzera. Chiunque aveva devoluto nella settimana precedente un’offerta per contribuire alle operazioni di salvataggio nell’area adiacente il mar libico, poteva partecipare ad una lezione gratuita di circa un’ora introduttiva alla navigazione a vela sotto la guida esperta degli skipper, istruttori F.I.V. o della U.I.S.P., dell’ASD GIROVELANDO . Si è trattato di un’iniziativa fortemente inclusiva in linea con le linee-guida del progetto ”Vela sensibile” che da alcuni anni la sezione vela della U.I.S.P. sta portando avanti sia su derive che cabinati, con ciechi e/o ipovedenti. Vela e soccorsi in mare sono due parole-chiave che il gruppo dei volontari denominato ”Salvagente” di Roma sta cercando di unire nella convinzione che i punti di contatto e le sensibilità siano tali che dal mondo della vela si potrà alzare un grido di allarme affinché si ponga fine a navigazioni che troppo spesso danno luogo naufragi e morti. Tanto più che questo collegamento sta diventando sempre più stretto se si guarda all’inedita rotta migratoria che partendo dalla Turchia arriva fino alle coste calabre, pugliesi o siciliane proprio a bordo di imbarcazioni a vela, ovviamente rubate ai legittimi proprietari, ad opera di skipper-scafisti senza scrupoli. Proseguendo su questa linea, l’ASD Girovelando ha recentemente portato la bandiera di SOS MEDITERRANEE che ha patrocinato l’imbarcazione H2O, un First435 partecipante alla prestigiosa regata ”La lunga bolina”, organizzata dal C.C. Aniene sulla rotta Riva di Traiano-Porto Ercole.

Fascisti su Marte

Non è tanto il sub-umano a torso nudo che entra codardmente nella sede della CGIL a Roma, vuota perchè giorno festivo, mettendola a ferro e fuoco, a preoccupare quanto quella moltitudine silenziosa di cui questa porzione inconsistente della nazione sembra rappresentarne l’opinione su diversi temi: dal complotto cosiddetto immigrazionista, al negazionismo della Shoah o quantomeno ad una sua riconduzione a quantificazioni statistiche più aderenti alla (loro) realtà, dal complotto di Bigpharma in tempi di Covid19 al colpo di Stato contro le c.d. libertà individuali, tra le quali anche anche quella di ammalarsi o morire a causa di un virus peraltro ”inventato”. Il No-vax spesso è associato al No-greenpass, no-mask. Il fascismo, negli anni del consenso, si avvaleva appunto di un consenso peloso, qualunquista ed inetto, individualista ed egocentrato, altrettanto alienato ma dentro la società dei consumi quanto quella porzione di umanità secondo loro soggiogata da un sistema di mass media gestito dalla lobby ebraica e sempre secondo loro, vittima della società dei consumi e dei media mainstream.

Continua l’apartheid (violenta) dello Stato ebraico contro il popolo palestinese

Apartheid è un concetto che fa subito partire l’immaginazione verso il Sudafrica, Nelson Mandela, ecc. ma a pochi viene spontaneo associarlo invece a ciò che ha subito il popolo palestinese, a partire dallo stesso anno ma che a differenza dei fratelli sudafricani, non si è fermato ai primi anni ’90. Ancora oggi continuano gli sfratti dalle case legittimamente possedute dai palestinesi ma questa volta a Gerusalemme che rappresenta un ”laboratorio” di violenze, soprusi, muri divisori. Ad Israele non bastava avere dei territori occupati militarmente e urbanisticamente dai loro coloni che a macchia di leopardo hanno reso impossibile ai palestinesi spostarsi agevolmente anche di pochi chilometri tra una località e l’altra. Coperti dal silenzio della comunità internazionale e quindi agevolati dal clima politico generale, Israele accelera verso la ”soluzione finale’: ed è cosi che decine di famiglie, come avvenne nel lontano ’48 vengono sfrattate per fare posto a fanatici ebrei ortodossi una porzione di popolo israeliano che tiene in pugno il governo quale ago della bilancia: la storia si ripete invariata da oltre ’70 anni anche a causa dell’ossessione demografica dello stato ebraico. Al movimento sionista non bastava raccogliere ebrei un po’ da tutto il mondo per colonizzare la terra promessa, occorreva e occorre ancora oggi arrestare con ogni mezzo la progressione demografica della popolazione araba tradizionalmente più prolifica di quella israeliana: il problema è sia interno, ovvero legato ai palestinesi di passaporto e cittadinanza israeliana, sia esterno cioè i profughi/reclusi di Gaza e Cis-Giordania. In totale disprezzo di qualsiasi raccomandazione dell’ONU, giunte oramai ad accumularsi inutilmente a decine sui tavoli diplomatici, gli israeliani cacciano i legittimi proprietari di case e terreni divenuti trofei di guerra per giovani e arroganti ebrei, il più delle volte ortodossi ultraconservatori, col mitra sempre al collo. Queste pratiche, acceleratesi in questo ultimo periodo, hanno come effetto collaterale scontri violenti in cui a pagarne il prezzo più caro sono sempre in palestinesi, con una proporzione spesso di 1 a 10 ma mai abbastanza sottolineata da quasi tutti i mass media. Intanto all’orizzonte si profila la commemorazione della Nakba mentre politicamente si infiamma il dibattito politico tutto interno ai palestinesi alle prese con le imminenti elezioni.

Le opere inutili: non è andata ”tutto bene”

Pubblico una mail (a pag.3) di Nicoletta Dosio, insegnante, ora pensionata ma più che mai impegnata nella lotta ai soprusi all’ambiente perpetrati da un’economia capitalistica ”estrattiva”. Nel caso del TAV siamo in presenza di un’economia addirittura ”perforante” che infligge buchi, scorie di amianto lasciate qui e là e devastazioni ai piedi delle montagne in Val di Susa che i recenti fatti pandemici, le evidenze scientifiche dello ”spillover” e i cambiamenti climatici dovrebbero indurre a preservarla come patrimonio ambientale sacro. Non è andata ”tutto bene” come vorrebbe far credere la retorica di un regime che ha affrontato la pandemia nel modo peggiore tra tutti i paesi del mondo, col tasso di letalità tra i più elevati, con un numero di operatori sanitari deceduti che urla giustizia, con intere generazioni di anziani che in alcuni distretti sono letteralmente scomparse e con esse la loro memoria storica. Il capitolo RSA rappresenterà la vicenda giudiziaria che arricchirà le cronache giudiziarie nei prossimi vent’anni così come lo sono state quelle riguardanti le morti per amianto. (SEGUE A PAG.2)

W il Re! W Verdi!

W Verdi! il vecchio slogan-parola d’ordine (Vittorio Emanuele Re d’Italia) con cui l’élite in platea di un qualche teatro italico si auto-motivava nel proprio intento di appoggiare, finanziare e difendere la guerra di annessione dei Savoia durante quello che fu definito il Risorgimento Italiano sembra riemergere ma con nuove parole d’ordine o meglio parole-chiave; ebbene nel bel mezzo di un dibattito-contrattazione tra governo e rappresentanze delle Regioni (al momento, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) che si sta svolgendo nella quasi assoluta indifferenza dei media main-stream e dell’opinione pubblica e che porterà a quella che molti autori definiscono come una SECESSIONE DEI RICCHI (vd. libro del costituzionalista Massimo Villone, Italia divisa e diseguale) ed attuare un vero e proprio inganno (vd. articolo di Gianfranco Viesti) ad opera delle regioni ricche, la cosiddetta ”Famiglia Reale” lancia un APPELLO sibillino riguardo un proprio fantomatico rientro in Italia. Si tratta ovviamente di un video folkloristico e avvilente nel 2019 ma visto il percorso sociale italiano e il clima politico attuale e quello che si paventa per l’immediato futuro è interessante evidenziare alcune parole-chiave: innanzitutto la famiglia reale è scritta anteponendo i due capolettera con le lettere maiuscole come se fosse un’entità statuale istituzionalizzata ed ufficializzata. Poi nel discorso compaiono alcune parole chiave come TRANQUILLITA’ ovvero in analogia a quella pace sociale invocata dalla gente ”per bene” negli anni venti precursori del fascismo che in qualche modo la garantirono con varie forme repressive ma a fronte di conclamati sommovimenti popolari e proletari. Al momento nessuna goccia rischia di fare traboccare il vaso come in Cile, Hong-Kong, Egitto o la Francia dei gilet gialli più vicini a noi, quindi a quale scopo rispondere ad una presunta richiesta di tranquillità. Compare poi il concetto di ELEGANZA che dalle parole di un nobile suona quanto mai coerente e convincente ma in una società laica potrebbe facilmente accostarsi al concetto di DECORO (anche urbano), compostezza, necessità di ”abbassare i toni”, ecc. ecc. Poi immancabile è il senso del DOVERE quindi ancora una volta il richiamo alla legalità perché l’obbligo nasce prima di tutto sulla spinta di una norma: non compaiono quindi parole chiave alternative riferite alla classe dirigente che imporrebbero un riferimento il ”dovere di perseguire una giustizia e uguaglianza sociale” ma nemmeno concetti quali FELICITA’, BENESSERE, DIGNITA’ da declinare in termini di dignità del lavoro e di qualità della vita…per ognuno. Quindi emergono indicazioni e rassicurazioni dall’alto di una fonte attendibile e credibile sui temi della legalità, della pace sociale e infine del decoro che secondo il senso comune è ”buona educazione”. Visto l’arrivo imminente di un regime compiutamente xenofobo, omofobo, giustizialista, fondato sul sacro trinomio DIO-PATRIA-FAMIGLIA un appello monarchico fintamente rassicurante in luogo di uno che più logicamente dovrebbe puntare all’impegno verso una più equa ripartizione delle ricchezze e a maggiori investimenti nella cosa pubblica al posto dei tagli ricorrenti, c’è tutt’altro che essere rassicurati!

In attesa del IV novembre giornata di lutto nazionale

Ogni anno, all’approssimarsi della ricorrenza del 4 novembre il dibattito culturale sui mass-media si polarizza tra: a) ”nostalgici” del buon vecchio patriottismo dei tempi che furono secondo i quali la guerra vittoriosa , la ”grande guerra”, andrebbe festeggiata e anzi rinfocolata e agganciata in un tutt’uno con la legittima voglia di unità patriottica lungo lo spartiacque alpino e oltre (Istria e Fiume) portato avanti dagli avanguardismi giovanili pre-fascisti; b) pacifisti che sottolineano gli effetti devastanti della ”inutile strage” che in cambio di pochi chilometri di confini in più ha lasciato sul terreno esanimi quasi 700mila soldati per non parlare dei mutilati, civili e militari e delle vittime civili. In Europa le vittime furono circa 40 milioni tra morti e feriti: fu il primo conflitto che sancì il cambio di rotta nello ”stile” e nelle strategie belliche ovvero non più solo eserciti uno contro l’altro ma popolazioni coinvolte a 360°, economie in conflitto tra loro che si annientano a vicenda anche nei loro sistemi produttivi. Ma la sintesi forse più vicina alla realtà è che fu una guerra imperialista tra potenze emergenti e potenze declinanti in cui il patriottismo fu la benzina per convincere contadini e proletari ad andare incontro alla mattanza operata dal nemico o dai carabinieri nelle retrovie contro gli unici sani di mente ma purtroppo definiti disertori; fu l’inizio della fine del predominio europeo sul mondo. Nel giro di 30-40 anni dalla fine della grande guerra gli imperi coloniali si sfaldarono nelle modalità fino ad allora conosciute e si ricomposero in nuova forma con l’ingresso delle corporation al fianco degli stati nazionali nel quadro di un’economia che iniziava a finanziarizzarsi ed a inglobare la politica al suo interno nel ruolo di ancella fedele. A fine 2018 in concomitanza con le commemorazioni delle Grande guerra, in un territorio come quello di Bracciano assediato da caserme militari, dove molti docenti sono legati da relazioni parentali con esponenti delle varie FFAA presenti nel territorio e dove il pensiero reazionario è maggioritario, si è voluto smontare un mito e inquadrarlo in un discorso complessivo sulla violenza nella società di oggi: si è sottolineato come questa si stia riavvicinando, come negli anni pre-guerra e poi negli anni ’20, verso polarizzazioni tendenziose di tipo culturale sia contro le conquiste di libertà degli ultimi decenni (parità uomo-donna, libertà sessuale, diritti dell’uomo e all’autodeterminazione, difesa delle diversità di pensiero e degli stili di vita, ecc. ecc.) secondo le indicazioni proposte dai vari ”Family day” e dai cartelli pubblicitari propagandistici che imperversano ogni qualvolta si toccano temi come il fine vita, l’interruzione di gravidanza, le scelte di genere, ecc.. Un autoritarismo dilagante nella società la sta permeando sotto le mentite spoglie del ”decoro” a partire da quello urbano e dietro la parola d’ordine della ”sicurezza” in un paese dove i reati sono in calo mentre cresce invece l’insicurezza, quella reale, verso il proprio futuro, il proprio lavoro, tanto da trascinare l’Italia verso il tasso demografico più basso della sua storia. In queste slide si smonta il mito del DIO-PATRIA-FAMIGLIA e della grande guerra e ci aggancia alle rinnovate forme di violenza contro l’anticonformismo ovunque si presenti e alle forme di psichiatrizzazione della ”non-conformità” a partire dalla scuola dove esplodono i casi di DSA e di disabilità spesso sovrastimate per la crescente presenza dei ”falsi positivi” alle diagnosi. CONVEGNO CESP BRACCIANO 2018