Diritto, economia e analisi socio-economica

5 MAGGIO 1818 – 5 MAGGIO 2018 BICENTENARIO DELLA
NASCITA DI KARL MARX

Economista, filosofo ma anche scrittore è stato uno dei maggiori studiosi che ha analizzato in modo scientifico il cambiamento socio-economico del suo tempo alle prese con la rivoluzione industriale ma individuandone gli squilibri inevitabili che oggi, a distanza di 200 anni osserviamo nelle loro estreme conseguenze. Insieme all’amico e sostenitore Engels che grazie alla conoscenza dell’organizzazione industriale maturata di persona presso l’azienda del padre offriva a Marx la visione pratica della possibile applicazione delle sue idee e individuò nell’accumulazione capitalistica e nell’inevitabile e conseguente lotta di classe  i nodi cruciali del suo tempo e i primi segnali di crisi di quel sistema di sfruttamento solo in parte mitigato da industriali “illuminati” (ad es. Olivetti) e dalle conquiste sindacali: questi due aspetti, industrializzazione attenta ai problemi dei lavoratori ma anche paternalistica e lotte sindacali sono oggi di fatto superati dall’individualismo neo-liberista della cultura/classe dominante e dai falsi miti di progresso; tra questi il mito del “merito”, delle “competenze” mai a sufficienza per soddisfare un mercato sempre più esigente, dell’autoimprenditorialità che si sposa bene con il tema del merito e delle capacità/competenze individuali. Si era cercato di oltrepassare il connubio tra formazione scolastica e sistema produttivo tramite il libero accesso ai percorsi di formazione proprio perché in una società avviata verso una cultura post-industriale il lavoro doveva liberarsi da ogni sorta di fatica e lo studio era finalizzato ad un futuro fatto di creatività, progettazione e tempo libero. Oggi tutto questo è stato superato da percorsi che di fatto sono ritornati su binari rigidi ma con l’aggiunta perversa che i ceti meno abbienti possono accedere solo a dei “parcheggi” della durata più o meno di 5 anni per giunta a pagamento ! Con l’alternanza scuola-lavoro si abitua il futuro lavoratore, già ai tempi in cui si dovrebbe giocare a pallone nei parchi insieme agli amici, ad un lungo periodo di sana “gavetta” cioè di lavoro gratuito cui seguirà un periodo di formazione-lavoro che darà luogo – forse -ad un contratto a termine peraltro pagato male perché nel frattempo la massa di giovani in stage o in alternanza scuola-lavoro avrà suo malgrado fatto scendere il valore del lavoro mettendo in concorrenza il lavoratore gratuito con quello mal retribuito !  Del resto il passaggio dallo stato di occupazione a quello opposto, grazie al Job’s Act, nei primi tre anni di assunzione è una spada di Damocle che farebbe accettare qualsiasi paga e qualsiasi sopraffazione sul luogo di lavoro. Nulla di nuovo quindi in questi 200 anni salvo che le poche conquiste in campo sociale, lavorativo e previdenziale ora si stanno sgretolando molto velocemente a causa di una classe imprenditoriale che nel frattempo si è fusa con quella finanziaria ancora meno interessata ai fattori di produzione perché il loro fattore di produzione è il denaro stesso !

IN QUESTA TRASMISSIONE RADIO UN INTERESSANTE RITRATTO DI MARX NON SOLO FILOSOFO ED ECONOMISTA MA ANCHE SCRITTORE E UOMO APPASSIONATO CON UNA CULTURA IMMENSA
ASCOLTA (durata: 1h 40′ c.a.)

Per un’analisi delle modalità con cui il sistema economico attuale e la cultura dominante tentano di modellare il sistema formativo in chiave neo-liberista puoi ascoltare una delle tante puntate della rubrica “L’ora di buco” in onda tutti i martedì alle ore 16:00 su Radio Onda Rossa. Si parla di autoritarismo nella scuola, di alternanza scuola-lavoro, di orientamento verso la carriera militare, della scuola-quiz (test Invalsi), ecc.

L’economia agricola si è profondamente trasformata dopo l’entrata dell’economia finanziaria che sta tentando di colonizzarla, anche quando alcuni modelli di produzione, di qualità e nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo di per sé condivisibili al 100% tentano di emergere: sul sito “La Terra Trema” potete trovare tutte le contraddizioni dell’economia agricola “2.0” come ad esempio il fallimento a Bologna dell’ultima avventura imprenditoriale di Oscar Farinetti (F.I.C.O.) e del suo disegno di un’Italia “mangia e bevi” e turismo enogastronomico che poco redistribuisce alla cittadinanza.

  1. Schemi su Costituzione, tipologie norme, stemma Repubblica, ecc.
  2. Dal negozio giuridico al contratto
  3. Schema : costituzione e albero delle leggi
  4. Diritto e economia: le basi
  5. Dai diritti soggettivi al rapporto giuridico
  6. la Costituzione della Repubblica italiana  (testo integrale aggiornato con le ultime leggi costituzionali e di revisione)
  7. Concetti generali economia politica
    1. Sintesi storia economica
    2. schema evoluzione economia 1
    3. schema evoluzione economia 2
    4. schema 3
    5. schema 4
    6. Dai bisogni all’utilità
    7. Alcuni passaggi-chiave dell’economia
    8. Schema cicli economici, dell’impresa e del prodotto
    9. Schema alcune teorie economiche
  8. Economia e società
  9. Giustizia, diritto e forme di Stato
  10. Il potere giudiziario
  11. Nascita delle norme e caratteristiche
  12. Le organizzazioni
  13. La struttura sociale
  14. Il mutamento sociale e culturale
  15. Comportamento collettivo e movimenti sociali

PROGRAMMA DI DIRITTO E ECONOMIA

ALCUNE PAROLE-CHIAVE DEL PROGRAMMA DI DIRITTO E ECONOMIA

 

ALTRO MATERIALE UTILE, LINK VARI

Ogni anno il Governo, organo esecutivo, deve indicare in due documenti  economico-finanziari importanti decisioni in merito alle spese e agli investimenti  che intende fare e alle risorse cui attingere, anche perché ogni spesa decisa deve avere la cosiddetta “copertura finanziaria” (tasse, entrate varie, ecc.): il DEF (Documento di Economia e Finanza) in cui si analizza la situazione delle entrate e delle uscite, le necessità di spese che occorrerebbe fare e appunto una programmazione  per le future spese e/o investimenti. Viene fatto in primavera di ogni anno e traduce in linee guida finanziarie ed economiche l’indirizzo politico che si vuole dare all’economia ed è quindi legato al  tipo di governo in carica che a sua volta ha ricevuto la fiducia dal parlamento e che quindi rappresenta la maggioranza con il suo specifico indirizzo politico. Ci si può basare solo sulle leggi attuali nel caso in cui il governo sia decaduto e uno nuovo deve ancora formarsi oppure ci si può basare anche su una programmazione che il governo, purché in carica, intende fare cambiando determinate leggi; legge FINANZIARIA detta anche legge di stabilità chiamata così dopo che in base ad un accordo con gli altri paesi europei si è stabilito che le spese di uno Stato dovevano coordinarsi in modo stretto con quelle delle autonomie locali (Regioni e Comuni) per rispettare il rapporto deficit/PIL (cioè la quantità di risorse spese in più rispetto alle entrate dello Stato in rapporto alla ricchezza totale prodotta, cioè il PIL) fissato al 3%.  Se c’è un pareggio di bilancio (entrate e uscite che si equilibrano) il rapporto dello 0%. La legge di stabilità si chiama così anche perché nel 2012 l’Italia deve rispettare, in base ad una modifica della Costituzione, il cosiddetto pareggio di bilancio: questo vuol dire che o si tagliano i costi (ad es. togliendo dei servizi come gli asili nido, riducendo le spese sanitarie in vario modo, all’istruzione, ecc.) o si mettono nuove tasse nel caso in cui si vogliano fare degli investimenti .

Questa regola è stata molto criticata perché limita il benessere dei cittadini, in particolare quelli più svantaggiati che contano proprio su quei  servizi pubblici (sanità, asili, scuole, ecc.) il cui livello di qualità e di quantità è messo a rischio proprio dall’obbligo di non fare debiti. Oltre   a questa critica c’è quella che ogni anno svolge un gruppo di economisti e studiosi tramite una ”legge finanziaria alternativa” che condanna ad esempio le spese militari, oppure il fatto di non redistribuire equamente le risorse e di non colpire i guadagni sempre crescenti di molte imprese e cittadini: questo gruppo si chiama SBILANCIAMOCI.ORG

Un altro punto di vista, rispetto a come vengono raccontati i fatti economici e sociali sui mass-media, sia su internet che in TV, ormai espressione dei grandi gruppi  imprenditoriali o del giornalismo cosiddetto ”main-stream” ovvero di quei giornalisti che per mantenere/trovare/non perdere il proprio ”posto” di lavoro, analizzano in modo a-critico i fatti economici e si appiattiscono sulle idee dominanti in quel determinato momento, riproducendo  luoghi comuni e stereotipi, è quello di Andrea Fumagalli che in

questa rubrica fissa su Radio Onda d’Urto,

analizza i fatti economici della settimana in modo, appunto, critico.

INTERVENTO DEL PROF. ROBERTO SCHIATTARELLA SUL RAPPORTO TRA CULTURA E ECONOMIA, REGOLE IMPOSTE  DA ALCUNI PAESI  ED EVOLUZIONE STORICA, REGOLE POLITICHE SULL’ECONOMIA E CONSEGUENZE SULLE SOCIETA’

Diversità culturale e integrabilità (PROF. FABIO FEDE)

I REATI CULTURALMENTE MOTIVATI (PROF.SSA ANTONELLA MERLI)