Non penso che oggi, con tutto ciò cui stiamo assistendo intorno a noi, dal processo di autodistruzione dell’ecosistema legato alla logica del profitto capitalistico e che procede nell’indifferenza dei rappresentanti politici, alla logica binaria (aggredito-aggressore, razionalità-irrazionalità, ecc.) che è alla base della giustificazione dei conflitti in varie parti del mondo, di fronte alle chiusure ”sovraniste” che in questi anni hanno alzato, anche materialmente, muri in varie parti del mondo, ci sia bisogno di festeggiare la nascita del nostro tricolore: un tricolore che nelle guerre coloniali di fine ‘800 e inizi ‘900 si è drammaticamente bagnato di sangue, quello di chi veniva definito da noi italiani ”brava gente”, (quelli del manifesto della razza per intenderci), sub-umani.
La scuola italiana va alla guerra
(intervista per Radio Onda d’Urto – 24dic.2022) Libro e moschetto, non è uno slogan d’altri tempi ma tragicamente attuale. Dal colloquio con Antonio Mazzeo, insegnante e soprattutto punto di riferimento fondamentale per tenere d’occhio le derive militariste dell’apparato industriale bellico italiano di questi ultimi 10 anni, emerge un quadro allarmante rispetto alle infiltrazioni nel mondo educativo
Vela Sensibile con SOS MEDITERRANEE
Ripartono le uscite all’insegna dell’inclusione sociale
Sabato 17 dicembre dopo due attracchi in banchina difficoltosi per la forte risacca, H2O la splendida imbarcazione di circa 14mt. dell’ASD Girovelando era pronta ad accogliere i donatori di SOS MEDITERRANEE per una lezione di vela offerta nel quadro dei ”doni solidali’‘ della nota ONG impegnata nei soccorsi in mar mediterraneo, oggi sotto attacco da più fronti a causa delle attuali scelte governative dell’Italia e più in generale dalla ”Fortezza Europa”. L’iniziativa, seguendo un principio solidaristico nella piena consapevolezza di stare tutti ”sulla stessa barca”, in base al quale nessuno si salva da solo e nessuno deve essere lasciato indietro, è in concomitanza con un altro progetto, denominatosi Vela Sensibile: il nome nasce da un’iniziativa all’interno della galassia UISP-Vela tra alcuni istruttori di vela e numerosi appassionati di vela ciechi e/o ipovedenti sparsi in tutta Italia. Semplici curiosi o appassionati di mare e vela che vogliono avvicinarsi a questo mondo carico di metafore ed emozioni si affiancheranno a persone cieche e/o ipovedenti con le quali condivideranno le stesse esperienze: spesso gli appartenenti al gruppo Vela Sensibile possono essere loro stessi istruttori in quanto dal 2018 in poi sono state molte le occasioni per navigare addirittura in crociere estive di più giorni oppure in occasione di stage per istruttori come quello di Caorle nel 2019, organizzato dalla UISP-Vela Nazionale
A partire da queste esperienze informali ma con alla base già numerose sistematizzazioni teoriche formative che porteranno al futuro ”manuale della vela inclusiva”, l’Associazione Piccabulla, (già impegnata in progetti innovativi di formazione) con lo storico Istituto Sant’Alessio di Roma e un gruppo di ricercatori che si sta aggregando su iniziativa del dipartimento di Sociologia dell’Università di Cassino, intende presentare progetti nel quadro Erasmus+ per dare gambe ”scientifiche” e sostegno economico a questa iniziativa.

Il Ministero della d-istruzione
Da Radio Onda d’Urto – puntata di Scuola resistente (3dic.2022)
“Saranno non più del 20% sul totale dei fondi del PNRR destinati alla scuola per colmare una delle carenze fondamentali della scuola statale italiana che oggi ne fanno uno dei motori di mobilità sociale al contrario, quelli che effettivamente andranno in quella direzione: quindi poca lotta alla dispersione, poco sostegno alle fasce più deboli, sportelli psicologici permanenti sul modello di quelli delle scuole spagnole neanche a parlarne, ecc. ecc. Mario Sanguinetti, dell’esecutivo nazionale dei COBAS della scuola, ci racconta solo alcune di queste tessere oscure di un mosaico desolante sul quale, il ministro ultra-conservatore del governo neo-fascista Meloni, ogni giorno lancia una nuova esca alla quale, purtroppo, molti di noi abboccano. Sanguinetti si riferisce a tutti quei temi divisivi, per i quali è sacrosanto battersi su tutti i fronti affinché non si approprino culturalmente degli unici spazi di libertà d’insegnamento tutt’ora esistenti, come l’ultima ”boutade” sulle giuste umiliazioni quando occorrono, o tutte le esternazioni sul cosiddetto merito completamente travisate nel loro significato profondo.
Perdendoci dietro questi temi, a volte lessicali, a volte espressioni dell’animo ultra-liberista e padronale di una destra ignorante, dimentichiamo di osservare l’accelerazione che questo governo sta dando ad un percorso di definanziamento e di trasformazione in senso liberista iniziato decenni fa con i governi di pseudo-sinistra. Il restante 80% di cui sopra si è fatto cenno, invece, andrà a finanziare gruppi, associazioni, società che organizzano varie attività extra-scolastiche per le varie competizioni per ”cervelloni”, sempre in un’ottica di competizione e di valorizzazione di ciò che oggi va per la maggiore ovvero il merito. Per quanto riguarda tutti gli altri fondi, a parte l’annunciato ammodernamento strutturale degli edifici o la loro sostituzione, molto sarà destinato alla cosiddetta scuola digitale per futuri ”smanettoni” delle LIM, anche qui in un’ottica non di recupero di un rapporto educativo ma di una sua meccanizzazione di sussidiarietà con contenuti premasticati da altri.
Accanto a questo processo di restyling c’è un ulteriore accorpamento di istituti per ridurre i costi e una drammatica mancanza di personale ATA che si ripercuote su tutti il sistema: spesso questa componente scolastica viene messa in secondo piano mentre andrebbe valorizzata perché è anche qui che si può fare una scuola di qualità. C’è poi un aspetto molto grave sottolineato da Sanguinetti che sta nell’accelerazione che si vuole dare alla divaricazione tra insegnamento professionale-tecnico e quello più umanistico-generalista che non farà che aumentare quelle divergenze classiste che sembravano essere state colmate dopo le riforme di fine anni ’60. Insomma il merito come parola d’ordine che distende un velo opacizzante sulle differenze sociali di partenza che vede, a parità di indirizzo, le scuole di periferia incancrenite dal precariato del corpo docente e dal disagio sociale e spesso anche ”socio-sanitario” (è altissimo il tasso di DSA e disabilità varie nelle classi di periferia): si sottolinea come solo dopo aver colmato al 100% queste differenze socio-culturali di partenza si possa (forse) parlare di ”merito” o, potremmo aggiungere anche di ”naturali tendenze” al lavoro manuale dei figli degli operai, come spesso si sente dire, non al bar sotto casa ma ai vertici delle istituzioni!
In questo panorama desolante Sanguinetti avverte come, soprattutto tra le giovani generazioni di insegnanti, sembri sopravanzare un tecnicismo che nulla ha a che fare con le indicazioni forniteci in due secoli di esperienza nell’istruzione di massa dai grandi della pedagogia democratica dai vari Dewey fino all’attuale Christian Laval. Quest’ultimo, di recente in Italia ospite della ”settimana della sociologia” ha avvertito tutti gli insegnanti che è arrivato il momento di passare all’azione di fronte ad un’emergenza sociale arrivata ai massimi livelli di disuguaglianza e ingiustizia fino a sfociare in un fenomeno di autodistruzione anche delle risorse naturali: l’insegnante, l’educatore, deve recuperare il suo ruolo pienamente politico per formare generazioni di futuri cittadini votati alla lotta contro le disuguaglianze sociali e alla tutela del nostro pianeta minacciato da una cultura estrattivistica”.
La puntata di sabato 3 dicembre 2022. Ascolta o scarica
In aggiunta, l’intervista a Domenico Quintavalle, Cobas Lavoro Privato, in merito invece al sistema di appalti relativo alla logistica, raccolta durante le iniziative di lotta del 2 dicembre con lo sciopero generale del sindacalismo di base. Ascolta o scarica
Dalla ”sinistra” della ZTL, al fascio-leghismo
Ci siamo! tanto ha fatto la sinistra benpensante e radical-chic per dimenticarsi del popolo dei lavoratori, dei precari e delle partite IVA imprenditrici di sé stesse che alla fine è arrivato come da copione, esattamente 70 anni dopo, il fascio-leghismo a convogliare la voglia di rivalsa delle classi subalterne, strumentalizzate, come sempre dal Capitale e dai suoi militari di truppa. Nella società c’è incertezza per il futuro? c’è poco lavoro e quello che ci viene proposto è precario? mal pagato e squalificante? ci sono virus impazziti e l’economia è in recessione, con l’aggravante dell’inflazione concomitante…? niente paura! Per quanto riguarda il virus, semplicemente non c’è (o forse non c’è mai stato), tanto che il S.S.N. in rovina, la medicina di prossimità inesistente e gli infermieri che mancano sono solo un brutto ricordo. L’aumento della mortalità e il calo dell’età media e speranza di vita alla nascita rappresentano infatti un’opportunità di risparmio, peraltro anche per l’INPS. Per tutto il resto arriva il solito capro espiatorio ma riveduto e corretto da una propaganda sofisticata e con UNA presidente del Consiglio che la mette in scena con la mimica convincente e familiare di una partecipante professionista di ”Uomini e donne” o del ”Grande Fratello”. Il migrante che viene da noi per raccogliere sotto il sole a 40° per 3,00 (tre) euro l’ora, quei pomodori che i nostri giovani vorrebbero tanto raccogliere al loro posto perché possano arrivare sotto forma di salsa saporitissima sull’italica pizza tanto amata da noi veri patrioti, è sulla buona strada per essere finalmente lasciato libero di morire sulla sua terra. Poco importa se quella terra sta diventando inospitale a causa delle locuste, dei cambiamenti climatici, delle carestie, delle guerre o guerriglie, ecc. ecc. : l’importante è che quel 60% di quel popolo che ha votato per l’Armata Brancaleone, essendo sempre più ignorante per una scuola-agenzia per l’impiego (che non c’è) che punta alle competenze e al ”merito” ma nel frattempo cade a pezzi, sia convinto che finalmente potrà diventare più ricco proprio grazie a quei 3 euro l’ora che finalmente potranno rimanere nelle tasche del popolo italico, discendente diretto di quel popolo che un tempo dominava mezza Europa e tutto il Mediterraneo. Se un giorno, però, si accorgerà che le strategie per una vera redistribuzione del reddito attraverso strumenti fiscali efficaci con i forti e morbidi con i deboli e gli ultimi non verrà perseguita sarà più difficile reagire nelle piazze a meno che non si tratti di gruppi di non più di 49 persone! d’altra parte, l’apparato repressivo che fino a ieri lamentava la penuria di carburante per rincorrere il grande crimine organizzato così come la carenza di personale, oggi è fiducioso, perché quell’Armata Brancaleone che da sempre è stata al suo fianco, oggi governa e il suo approccio ”muscolare” verso i deboli, i non-conformi, il dissenso politico conflittuale, sarà in linea con le loro richieste attuali e future. L’Italia, con circa 467 agenti di PS e PG ogni 10mila abitanti viene subito dopo la Russia e la Turchia, quindi in quanto a sicurezza potrebbe stare tranquilla ma il popolo non ne è mai sazia e sempre di più ne avrà ma sotto forma di repressione del dissenso anche perché i reati, quelli che minano la sicurezza nazionale, sono da anni in netta diminuzione: eppure, in concomitanza con le angherie contro il capro-espiatorio per antonomasia, il ”migrante irregolare”, in particolare quello ”economico”, il sentimento di rivalsa e di rabbia popolare è stato narcotizzato da un altro provvedimento essenziale ed urgente, come quello che concerne l’ergastolo ostativo. Si costruiranno finalmente più carceri per risolvere l’annoso problema del sovraffollamento di queste dimore di lusso per sfaccendati. Per aumentare il senso di fiducia nel futuro, la sicurezza, per garantire le sane abitudini e tutelare i ”veri” valori occidentali, bianchi e cristiani del patriottico popolo italico, ci si scaglia e ci si scaglierà anche contro quelle stravaganti unioni tra membri dello stesso sesso che pretenderebbero di offrire affetto non solo tra di loro ma addirittura ad un figlio adottivo in nome dell’amore: un paese che è il più vecchio d’Europa e col tasso di natalità più basso e che deve iniziare prima o poi a riprodursi come conigli, non può permettersi queste ”schifezze”! Dio, patria e famiglia, saranno finalmente la nostra bussola per raggiungere tutti insieme ma ognuno per la propria strada, la propria bella e calda… caverna full-optional, clava compresa, nel caso in cui la moglie una sera dovesse rincasare più tardi del consentito.
Soccorso in mare e vela
Da una lato abbiamo lo sport della vela, fatto di regate ma anche di semplici navigazioni, vacanze e momenti indimenticabili di evasione, riflessione, contatto con la natura. Dall’altro abbiamo sempre delle imbarcazioni a vela ma la rotta rappresenta per gli equipaggi la strada per la salvezza. A bordo, poi, non si sale in 5-6 o al massimo 10 ma in 60 o 70, tutti disperati ma probabilmente con maggiori speranze di raggiungere la costa rispetto ai fratelli più sfortunati che partono invece che dalle coste della Turchia, dalla Libia, su gommoni ”usa e getta”, messi a disposizione dei criminali libici che gestiscono i centri di detenzione (e tortura, secondo quanto acclarato da numerose ONG oltre che dall’ONU e le sue organizzazioni che si occupano di migranti). Sulla rotta Turchia-Italia, inoltre, non agiscono i mezzi della cosiddetta guardia costiera libica il cui lavoro non è salvare vite ma sequestrare i mezzi e le persone a bordo per riportarle all’inferno. Per avvicinare simbolicamente queste due realtà con moltissimi punti in comune e sensibilizzare le persone del mondo della vela (e non solo) o quantomeno mantenerne alta l’attenzione SOS MEDITERRANEE sta portando avanti diverse iniziative: tra queste il recente patrocinio dell’imbarcazione H2O dell’ASD Girovelando alla prestigiosa regata ”La lunga Bolina”.








Per una vela inclusiva a 360°
Si è svolta, il 16 luglio 2022, presso Porto Turistico di Roma a Ostia la giornata di sostegno ad SOS MEDITERRANEE che ha visto la partecipazione di persone cieche appassionate di vela insieme a persone sostenitrici dell’ONG franco-italo-tedesco-svizzera. Chiunque aveva devoluto nella settimana precedente un’offerta per contribuire alle operazioni di salvataggio nell’area adiacente il mar libico, poteva partecipare ad una lezione gratuita di circa un’ora introduttiva alla navigazione a vela sotto la guida esperta degli skipper, istruttori F.I.V. o della U.I.S.P., dell’ASD GIROVELANDO . Si è trattato di un’iniziativa fortemente inclusiva in linea con le linee-guida del progetto ”Vela sensibile” che da alcuni anni la sezione vela della U.I.S.P. sta portando avanti sia su derive che cabinati, con ciechi e/o ipovedenti. Vela e soccorsi in mare sono due parole-chiave che il gruppo dei volontari denominato ”Salvagente” di Roma sta cercando di unire nella convinzione che i punti di contatto e le sensibilità siano tali che dal mondo della vela si potrà alzare un grido di allarme affinché si ponga fine a navigazioni che troppo spesso danno luogo naufragi e morti. Tanto più che questo collegamento sta diventando sempre più stretto se si guarda all’inedita rotta migratoria che partendo dalla Turchia arriva fino alle coste calabre, pugliesi o siciliane proprio a bordo di imbarcazioni a vela, ovviamente rubate ai legittimi proprietari, ad opera di skipper-scafisti senza scrupoli. Proseguendo su questa linea, l’ASD Girovelando ha recentemente portato la bandiera di SOS MEDITERRANEE che ha patrocinato l’imbarcazione H2O, un First435 partecipante alla prestigiosa regata ”La lunga bolina”, organizzata dal C.C. Aniene sulla rotta Riva di Traiano-Porto Ercole.


Appello a deporre le armi dei movimenti ucraini, russi e italiani contro la guerra della rete W.R.I.
I nonviolenti di Ucraina, Russia e Italia:
I nostri tre popoli sono contro la guerra perché la conoscono. Siamo fratelli e sorelle. Una dichiarazione congiunta. La guerra è il più grande crimine contro l’umanità. Non esiste guerra giusta. Ogni guerra è sacrilega. Per questo siamo obiettori di coscienza, rifiutiamo le armi e gli eserciti che sono gli strumenti che rendono possibili le guerre.
Il conflitto tra Russia e Ucraina può e deve essere risolto con mezzi pacifici, salvando così molte
vite. Sappiamo che l’invasione russa in corso in Ucraina viola il diritto internazionale e che
l’Ucraina ha il diritto di difendersi dall’aggressione armata, ma non possiamo accettare alcuna
giustificazione della guerra, perché siamo persuasi che l’azione nonviolenta sia la migliore forma
di autodifesa. Non possiamo accettare le narrazioni russe e ucraine che ritraggono questi due popoli
come nemici esistenziali che devono essere fermati con la forza militare. Le vittime di questo
conflitto, civili di diverse nazionalità, muoiono e soffrono a causa delle azioni militari di tutti i
combattenti. Ecco perché le armi e le voci dell’odio devono essere messe a tacere per cedere il
passo alla verità e alla riconciliazione. Facciamo parte dell’Internazionale dei Resistenti alla Guerra (W.R.I.) e dell’Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (EBCO), e lavoriamo insieme in un unico grande movimento per la pace. Ci rivolgiamo ai nostri governi (ucraino, russo, italiano) affinché attivino subito ogni strada diplomatica possibile per un tavolo delle trattative per il cessate il fuoco. I nostri popoli sono
contro la guerra. I nostri popoli hanno già subito l’immenso dramma della seconda guerra mondiale,
hanno conosciuto i totalitarismi, e vogliono un futuro di pace per le nuove generazioni.
Siamo per il disarmo, siamo contro le spese militari; vogliamo che i nostri governanti usino i soldi
del popolo per combattere la povertà e per il benessere di tutti, non per nuove armi. Un inutile sforzo bellico non dovrebbe distrarci dalla risoluzione di urgenti problemi socioeconomici ed ecologici. Non possiamo permettere ai politici di gonfiare la loro popolarità e alle industrie militari di trarre profitto dall’infinito spargimento di sangue.
Conosciamo l’efficacia della nonviolenza come stile di vita e forza più potente dell’ingiustizia, della
violenza e della guerra. Stiamo lavorando sia per la resistenza nonviolenta alla guerra che per le
trasformazioni sociali, sviluppando una cultura di pace che riporterà i soldati ad essere civili e
distruggerà tutte le armi. Crediamo nella libertà, nella democrazia, nei diritti umani e lavoriamo
affinché i nostri paesi si rispettino a vicenda. La coscienza individuale è una tutela contro la propaganda di guerra e può salvaguardare dal coinvolgimento dei civili nella guerra. Faremo tutto il possibile per proteggere il diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare nei nostri paesi.
Ci sentiamo come fratelli e sorelle, e siamo solidali con coloro che oggi soffrono a causa di questa
guerra e di ogni altra guerra nel mondo.
Yurii Sheliazhenko
Ukrainian Pacifist Movement
Elena Popova
Russian Conscientious Objectors Movement
Mao Valpiana
Movimento Nonviolento italiano
Kiev, Sankt Peterburg, Verona, 14 aprile 2022
Lettera aperta per il cessate il fuoco in Ucraina
Condividendo appieno il contenuto di questa lettera aperta che trovate anche in questo LINK indirizzata al Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi redatta dal Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera mi limito qui a pubblicarla integralmente:
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
ogni persona senziente e pensante prova un’angoscia profonda e un indicibile orrore per la guerra e le stragi di cui e’ vittima la popolazione ucraina aggredita dal folle e criminale governo russo.
L’umanita’ intera dovrebbe fare quanto e’ in suo potere per far cessare questa barbarie assassina, per salvare tutte le vite che e’ possibile salvare, per far tacere le armi e ripristinare la pace, il diritto, la civile convivenza.
Ma mi sembra che talune decisioni del governo italiano da lei presieduto, invece di promuovere la pace e salvare le vite, contribuiscono ad alimentare la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo.
E mi sorprende, addolora ed angoscia che lei non se ne avveda.
Dovrebbe essere evidente cio’ che occorre innanzitutto fare: far cessare al piu’ presto la guerra; cercare di salvare tutte le vite che e’ possibile salvare; promuovere negoziati di pace.
E concretamente ed immediatamente: inviare ingenti, ingentissimi aiuti umanitari alla popolazione ucraina; soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra (e dovremmo farlo anche con le persone in fuga dalle altre guerre, dalla fame, dai lager libici: invece di farle morire nel
Mediterraneo); adoperarsi per disarmare il conflitto (le armi sempre e solo servono a uccidere gli esseri umani, la guerra in quanto tale e’ un crimine contro l’umanita’, il piu’ grande dei crimini contro l’umanita’); promuovere nei luoghi del conflitto azioni di interposizione internazionale non armata e nonviolenta (sollecitando ovviamente anche l’intervento dell’Onu a tal fine); favorire il dialogo tra le parti in conflitto (giacche’ ogni guerra deve pur concludersi con un negoziato, e prima si negozia prima cessano le stragi), sostituendo le parole alle armi, le ragioni alla violenza, il ragionevole compromesso alle barbare uccisioni, facendo cessare il fuoco il prima possibile e facendo riscoprire a tutti i soggetti coinvolti la semplice verita’ che sono esseri umani quelli che vengono uccisi, e che uccidere degli esseri umani e’ il crimine piu’ mostruoso che degli esseri umani possano commettere.
Il governo italiano si sta impegnando per queste iniziative di pace e di solidarieta’, di soccorso e di accoglienza, di azione diplomatica ed interposizione nonviolenta per salvare tutte le vite che e’ possibile salvare? Ahime’, piu’ no che si’. Quel poco di buono che sta facendo in materia di aiuto umanitario e’ di gran lunga sopraffatto da quel tanto di folle e scellerato che sta facendo in favore della prosecuzione e dell’estensione della guerra, e quindi per ineludibile conseguenza in favore della prosecuzione e dell’estensione delle stragi, favoreggiando di fatto la criminale follia del governo russo.
E valga il vero.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
- l’irragionevole e sciagurata decisione delle cosiddette “sanzioni” non solo non ha fermato la guerra, non solo non ha inceppato la macchina delle stragi, non solo non ha dissuaso il governo russo dal perseverare nella sua furia onnicida, ma ha invece imposto nuove sofferenze e ulteriore poverta’ alle classi popolari, alle persone e alle famiglie gia’ piu’ sfruttate, rapinate, emarginate ed oppresse del nostro stesso paese. E non solo: l’annunciata decisione di tornare alle centrali a carbone e addirittura alle centrali nucleari (decisione che il governo pretenderebbe di imporre come esito necessitato delle predette “sanzioni”), danneggia gravemente ed irreversibilmente l’umanita’ intera e l’intero mondo vivente.
Sembra che il governo non si renda conto della sofferenza e della poverta’ di milioni e milioni di italiane ed italiani che queste decisioni stanno precipitando in ulteriori sofferenze, ulteriore impoverimento, ulteriore paura, umiliazione ed angoscia.
Sembra che il governo non si renda conto della sofferenza e della poverta’ di miliardi di esseri umani che sono gia’ oggi vittime della crisi climatica, delle devastazioni ambientali e della fame (oltre che delle guerre e dei regimi antidemocratici e fin terroristi che si servono anche di armi italiane per esercitare la loro disumana violenza sulle popolazioni inermi). - La folle e criminale decisione di inviare armi in Ucraina, in flagrante violazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione, fa entrare l’Italia sia de jure che de facto nella guerra in corso, cosi’ accrescendola ed estendendola, cosi’ contribuendo a nuove uccisioni e nuove devastazioni, cosi’ cooperando a provocare nuove stragi , nuovi orrori e nuove indicibili sofferenze alla popolazione ucraina gia’ cosi’ crudelmente martoriata.
Sembra che il governo non si renda conto delle concrete conseguenze di tale decisione. Tale decisione non solo fa aumentare le violenze e le uccisioni in Ucraina, ma contribuisce a provocare un allargamento della guerra con il conseguente pericolo di una guerra nucleare che puo’ distruggere l’intera umanita’.
Nessuno ha il diritto di mettere in pericolo l’esistenza dell’intera umanita’. Occorre fermare la guerra scatenata dalla criminale follia del governo russo, non favoreggiarla e farla crescere fino ad esiti apocalittici. Peraltro il fatto che l’Italia dopo anni ed anni non abbia ancora ratificato il trattato dell’Onu per la proibizione delle armi nucleari, e’ tragicamente sintomatico della perdurante, assurda cecita’ del governo e del parlamento del nostro paese. - Ed e’ grottesca e insensata la decisione di espellere alcuni diplomatici russi dal nostro paese, mentre invece occorrerebbe valorizzare il piu’ possibile tutti i canali diplomatici per arrivare il prima possibile al negoziato che solo puo’ porre termine alla guerra e alle stragi.
Sembra che il governo non si renda minimamente conto di quali siano le uniche vere vie praticabili e le uniche vere azioni virtuose necessarie per porre fine alla guerra e alle stragi di cui essa consiste. - Nulla aggiungo sull’insensatezza del riarmo; sulla delittuosita’ dell’aumento delle spese militari quando invece il nostro paese ha estremo bisogno di incrementare le spese sociali; sull’abissale stoltezza di scelte energetiche che contribuiscono all’avvelenamento e alla desertificazione della biosfera.
- E nulla aggiungo sul triste e tristo fatto che l’Italia non si e’ minimamente dissociata dalle decisioni scellerate degli Stati Uniti d’America che mirano a devastare ed impoverire l’intera Europa per meglio asservirla, della Nato terrorista e stragista che degli Usa e’ braccio armato, dei vertici razzisti e bellicisti dell’Unione Europea; decisioni che contribuiscono a far massacrare la popolazione ucraina, che contribuiscono a trascinare l’umanita’ in una esiziale guerra mondiale, che impoveriscono e ancor piu’ opprimono tutti i popoli europei, che accelerano la catastrofe ambientale.
- Aggiungo invece che non so se lei abbia mai avuto occasione di averne notizia, ma nella legislazione del nostro paese gia’ da molti anni e’ entrata – anche se purtroppo finora senza le necessarie e urgenti realizzazioni pratiche – la “difesa civile non armata e nonviolenta”. E’ questa l’alternativa alla guerra, e’ questa la risorsa che puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe: cosi’ come occorre un’immediata conversione ecologica dell’economia, occorre un’immediata conversione nonviolenta della politica della difesa e della sicurezza comune.
Occorre sostenere la resistenza nonviolenta della popolazione ucraina all’invasione, alla guerra, alle stragi.
Occorre sostenere l’opposizione nonviolenta della popolazione russa alla guerra e al regime.
Occorre sostituire alla “difesa armata” che non difende ma uccide, la difesa popolare nonviolenta che salva le vite e riconosce e rispetta ed invera i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza – scrisse Aldo Capitini – e’ il varco attuale della storia.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei ha piu’ volte dichiarato di volersi impegnare per la pace. Parole benedette.
Ma purtroppo cio’ che sta facendo il suo governo e’ l’esatto contrario di cio’ che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha ripetutamente espresso il suo orrore per le stragi e il vivo desiderio che cessino al piu’ presto. Parole benedette.
Ma purtroppo cio’ che sta facendo il suo governo e’ l’esatto contrario di cio’ che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha piu’ volte chiesto che tacciano le armi e si avviino negoziati di pace. parole benedette.
Ma purtroppo cio’ che sta facendo il suo governo e’ l’esatto contrario di cio’ che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
credo che anche lei converra’ che non e’ possibile opporsi al male aggiungendo altro male, che non e’ possibile opporsi alla violenza aggiungendo ulteriore violenza, che non e’ possibile opporsi alle stragi provocando altre stragi.
Credo che anche lei sia consapevole del fatto che la popolazione ucraina ha estremo bisogno di aiuti umanitari che salvino le vite, non di ulteriori armi che provocano sempre e solo ulteriori stragi ed ulteriori devastazioni.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, occultano la tragica realta’: la tragica realta’ e’ che ogni nuovo giorno di guerra altri esseri umani vengono massacrati in Ucraina. La tragica realta’ e’ che chi non si adopera per la pace e’ complice dei massacri. La tragica realta’ e’ che i governanti ben protetti si esibiscono in pose gladiatorie e in discorsi roboanti dinanzi alle telecamere nei loro eleganti salotti, e la popolazione ucraina inerme muore sotto le bombe.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, cooperano all’uccisione di esseri umani inermi e innocenti, contribuiscono alla prosecuzione del massacro del popolo ucraino vittima della criminale follia del governo russo, trascinano l’umanita’ verso l’abisso.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
La prego con tutto il cuore di voler riconsiderare quanto il suo governo ha fatto e sta facendo, e di revocare al piu’ presto le decisioni piu’ sciagurate.
Mi permetta di ripeterlo una volta di piu’: dobbiamo far cessare immediatamente il massacro del popolo ucraino; dobbiamo far cessare immediatamente la guerra onnicida; ogni vittima ha il volto di Abele; salvare le vite e’ il primo dovere.
*
Augurandole ogni bene, voglia credermi il suo fraterno, sincero ed angosciato amico Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Viterbo, 10 aprile 2022
Mittente: “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo e’ una struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E’ la struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per l’Italia la piu’ ampia campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”. Da alcuni mesi e’ particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.
Appello alla diserzione in Ucraina & Russia
Non è ammissibile affermare la presunta ”sorpresa” dell’aggressione russa in Ucraina, nemmeno se questa si limita a sottolinearne l’inequivocabile ferocia. Non è ammissibile, soprattutto in tempi di apparati di informazione, sicurezza e controllo, da ambo le parti, in grado di prevenire e analizzare anche solo il pensiero che una persona si accinge ad esprimere! Soprattuto non è ammissibile se la strada della guerra era già stata preordinata con forniture di armi offensive all’Ucraina ben prima del fatidico 24 febbraio 2022, secondo le indiscrezioni del Washingtonpost e del New York Times. La cosiddetta caduta del muro nell’89, causata, sul piano economico, anche da un’implosione del sistema sovietico trascinato in un’escalation militare spaziale per esso non più sostenbile, poteva essere un’occasione per pianificare a tavolino un nuovo ordine mondiale che finalmente archiviasse la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti. La globalizzazione dei mercati, in chiave liberista, ha portato ad un’economia delle multinazionali che dettano legge, pagano tasse irrisorie e determinano gli assetti geopolitici in un sottofondo di inasprimento generalizzato delle disuguaglianze sociali gestito in modo autoritario da una parte e repressivo poliziesco dall’altra. Sempre quel sistema, propagandato come garante della pace perchè legava a doppio filo democrazie e dittature, dittature tra loro e democrazie con democrazie, si è rivelato esso stesso uno strumento potenziale di guerra attraverso le sanzioni e tutta le retorica dell”economia di guerra”. D’altra parte, la limitazione del sistema SWIFT, o gli oscuramenti dei social network, rappresentano sanzioni e rappresaglie belliche nella misura in cui non sono aggirabili a causa di un sostanziale monopolio di un’economia ai danni dell’altra. Siamo quindi alle prove generali, allo stress-test del doppio canale, economico e militare, dei nuovi conflitti con il sottofondo di guerra digitale in cui agiscono altri ”militari” laici, gli hacker, influencer, i produttori di fake-news in entrambi i fronti. Non destano nemmeno più indignazione la nonna ucraina col nipotino intenta a preparare le molotov mentre il papaà è al fronte per difendere la nostra e la loro libertà o la bambina col lecca-lecca in bocca e in braccio il fucile: lottano ”semplicemente” per la nostra libertà! E il presidente Ucraino che incita alla ressitenza ad oltranza non è un politico irresponsabile corresponsabile di un massacro premeditato dei propri elettori ma è un eroe. Siamo al bene contro il male, la follia contro la razionalità, le bombe intelligenti contro quelle infami, ecc. ecc. Assistiamo ad un tripudio di nazionalismo ”buono” e una messa alla berlina di un nazionalismo ”peloso” perchè manipolato dagli oligarchi vicini Putin ognuno titolare di uno o più yacht ora sotto sequestro in qualche porto occidentale. Non vi è dubbio che Putin, burocrate carrierista cresciuto negli apparati più foschi dell’ex URSS, rappresenti il prototipo del cinismo politico arrivista e violento; tuttavia, se lo stereotipo dell'”uomo solo al comando”, un po’ folle e staccato dalla realtà, (salvo poi proporre il modello scaltro della strategia del “fingersi pazzo” come fece a suo tempo Nixon!), per chi studia approfonditamente la storia, non funzionava ai tempi di Hitler, a maggior ragione non può reggere oggi. Cade, infatti, anche il mito del libero scambio globale garante della pace perchè, appunto, scopriamo che c’è sempre un soggetto leader mondiale che tiene in mano una delle varie leve del potere: può essere il sistema GPS, lo SWIFT, internet, ecc.. Il crollo dell’impero sovietico, purtroppo, è stato interpretato come una vittoria dell’occidente sulla tirannia. Questo modello, bianco-ariano, cristiano, democratico e libertario è fondamentalmente superiore a tutti gli altri o comunque superiore a chi, in quel momento, non è più funzionale ai nostri interessi economici o strategici: insomma, una fucilazione come sanzione penale in Cina desta meno repulsione di un’analoga pena comminata in Iran. Il fondamentalismo capitalistico ed estrattivo in cui le persone sono individvidui che competono sul “mercato” del lavoro con il loro merito e le loro competenze e che esistono in quanto consumatori con un certo potere d’acquisto, sul quale si regge l’economia di un PIL “condannato” a crescere perpetuamente, si chiama DEMOCRAZIA LIBERALE. Gli altri fondamentalismi non hanno sinonimi, sono fondamentalismi e basta. Poco importa se quel modello produce ricchi sempre più ricchi in leggero aumento e poveri che restano poveri e altri che lo diventano come da anni avverte OXFAM: questi straricchi, poi, in un modo o nell’altro collegati a società finanziarie che comprano e vendono società o derrate alimentari, combustibili o immobili, affamano o depauperano risorse ambientali o i redditi dei lavoratori e alla fine si scagliano uno contro l’altro, insomma giocano alla guerra alle spalle di noi civili. Sarebbe inutile poi dilungarsi sulle variabili che classificherebbero come democrazie effettivamente compiute, pacifiche fino a prova contraria come quella degli USA, dei paesi europei o quelle dell’ex-blocco sovietico ora nell’UE oppure come autocratiche quelle della Russia, Cina o Egitto, ecc. ecc. ma ciò che è fuori di dubbio è che noi ”occidentali” pensiamo fermamente di essere, tutto sommato, dalla parte ”giusta”. Partendo da questo presupposto, quella forma di guerra ibrida condotta dagli USA nei confronti paesi dell’ex blocco sovietico, fatta di invasione di modelli di consumo consumistici, penetrazione dei social network e fitti rapporti e triangolazioni commerciali e geostrategiche con regimi di dubbia democrazia come i paesi baltici, Romania, Bulgaria, Polonia, Ungheria, ecc., viene invece interpretata come richiesta legittima di libertà, di liberismo economico e di legittima aspirazione di ognuno all’autoimprenditorialità. Sotto questa luce, l’espansione della NATO a est è stata di conseguenza un processo benefico e “generoso” richiesto a gran voce da cittadini finalmente liberi, tanto che si era creata la fila per entrarvi! così come si era creata la fila anche per entrare in europa. Insomma si fa di tutto per incentivare le contrapposizioni, per inasprirle, per creare modelli ”vincenti” e libertari che si contrappongono a modelli nefasti e dittatoriali, salvo poi strungere affari e magari vendere armi: soldi che puzzano a seconda delle convenienze oppure che puzzano dopo aver emanato profumo fino a qualche giorno prima! Qualche anno fa, addirittura colui che oggi viene presentato come un individuo affetto da disturbi cognitivi post-covid, traumi esistenziali risalenti ad un’infanzia infelice, anaffettività e delirante distacco dalla realtà, voleva pure lui entrare nella NATO! Ma la distinzione tra buoni e cattivi, tra meritevoli di possedere l’arma nucleare e chi no, tra democrazie e oligarchie, porterebbe il discorso troppo in là. Roger Waters, bassista dei Pink Floyd riassume bene, in questa risposta ad una sua fan, la posizione di chi non si schiera né dall’una né dall’altra della barricata. Ma questa barricata lungi dall’essere poco combattiva, come sottintendeva Lenin, o peggio qualunquista, si può spingere oltre quel pacifismo che spesso viene tacciato, appunto, di pensiero da salotto o pantofolaio e suggerire anche soluzioni drastiche che in questo momento forse sono più coraggiose che imbracciare un’arma, sicuramente sono più ”trasgressive”: la diserzione in ambo gli schieramenti e l’opposizione non-violenta allo strumento della guerra tanto in Ucraina quanto in Russia illustrata bene in questo appello della rete War Resisters International. In quest’altro articolo di Meltingpot, scritto dopo qualche anno dall’inizio del conflitto silente di Donbass, si spiegano in maniera dettagliata le basi giuridiche del diritto d’asilo della figura del disertore, in questo caso ucraino. Nella misura in cui, come più volte sottolineava Gino Strada, i conflitti non vedono buoni e cattivi su fronti opposti entrambi intenti a limitare più o meno efficacemente gli effetti collaterali delle bombe a grappolo o di quelle intelligenti o ancora degli infallibili droni ma vedono invece una preponderanza di vittime civili (contrariamente ai conflitti precedenti alla prima e seconda guerra mondiale) la diserzione è l’unica strada percorribile. Meglio ancora se alla fonte gli eserciti fossero convertiti in forze di protezione civile armata ma solo contro le calamità naturali o sanitarie e le industrie belliche fossero obbligate a riconvertirsi in imprese impegnate nel new green deal : come molti manifestanti dei movimenti ecologisti affermano, ad esempio quelli scesi in piazza in Francia in occasione delle elezioni presidenziali dove il tema ambientale sembra sorprendentemente sparito, in varie parti del mondo si litiga, si gioca a menare le mani, mentre la nave affonda!