SCUOLA RESISTENTE
”Scuola resistente” è uno spazio radiofonico, in onda tutti i sabati pomeriggio (e poi in PODCAST) sulle frequenze di RADIO ONDA D’URTO che insieme a RADIO ONDA ROSSA rappresentano tra le ultime realtà italiane via etere di autentica contro-informazione ovvero un’informazione anticapitalistica, anti-neoliberista e anti-mainstream per eccellenza. Autoritarismo, nuove forme di repressione, verticalizzazione delle posizioni di rendita dominanti e conseguente arricchimento di una fascia di popolazione che sta facendo rapina di un benessere diffuso, di risorse naturali e che induce a sempre nuove paure per giustificare un potere sempre più repressivo e pervasivo. Scuola resistente vuole essere uno spazio dedicato al mondo della scuola, dell’educazione e della formazione sotto attacco culturale…incrociato di tutte quelle forme di conformismo autoritario pervase di mitologie e mistificazioni che ruotano intorno a parole-chiave quali MERITOCRAZIA, COMPETENZE, CREDITI/DEBITI FORMATIVI, ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, ECC. ECC. E NATURALMENTE LE ”EVERGREEN” DIO-PATRIA-FAMIGLIA naturalmente quella formata da papà ”maschio”, mamma ”femmina” che si accoppiano per riprodurre l’italica stirpe. Questa si è sempre distinta geneticamente per essere quella più creativa di tutte le altre al mondo, più capace di espressioni artistiche sia in termini quantitativi che qualitativi almeno fintanto che l’odiato meticciamento ingenerato dall’afflusso clandestino di razze dalla pelle nera o altre di rango inferiore non ne hanno messo a rischio i sublimi traguardi raggiunti con tanta fatica e ingegno. Scuola resistente vuole destrutturare questo patriottismo straccione nonché un rinnovato machismo oggi in prima linea nella distruzione dei diritti fondamentali della donna come quello di divorziare senza sottostare a ricatti e violenze di mariti violenti o quello di portare o meno a termine un gravidanza indesiderata. Questo vuole rappresentare anche un dibattito con tutti i suoi dubbi ed interrogativi sul ruolo della scuola o meglio del suo non-ruolo nel combattere le disuguaglianze sociale ma anzi nel congelarle al fine di offrire percorsi formativi adatti più che a cittadini liberi e critici verso il potere a lavoratori precari sotto ricatto perenne, privi di creatività se non quella strettamente funzionale alla produzione capitalistico-finanziaria. Invalsi, alternanza scuola-lavoro, crediti e debiti formativi, competenze, griglie di valutazione e nuovo esame di maturità: questi sono solo alcuni dei temi trattati in chiave critica e destrutturante. Da qui si vuole partire per affrontare in chiave pedagogico-metodologica anche molti altri temi ”caldi” quali le migrazioni, il potere, il linguaggio economicistico che snatura lo spirito educativo della scuola, la parità di genere e le discriminazioni. La cosiddetta buona scuola di Renzi & Co., così come gli accordi criminali col governo libico si pongono coerentemente lungo tutta questa riflessione. Lo scenario che fa da sfondo è quindi quello di una scuola intesa come paradigma e specchio riflesso di un modello culturale che è arrivato all’atto finale di un individualismo spinto, ormai solipsistico. Questo nasce dalla versione consumistica e radical-chic post-sessantottina delle istanze libertarie post-boom industriale e dai primi germi di sovranismo e anti-globalismo di circa 10 anni dopo. Dopo la pausa nazional-popolare allietata dalle ragazze coccodè del ”Drive-in” in cui si sono poste le premesse per un sistema partitocratico anch’esso individualistico fondato sul marketing politico si arriva al recente ripiegamento su sé stessi. Il tutto sfocia in una politica giovanilistica ”rottamatrice” e sedicente meritocratica e nell’attuale giustizialismo populista e revanchista nonché razzista e intollerante. I temi finanziari ed economici, l’utilitarismo nella cultura, la formazione per competenze e l’asservimento al potere capitalistico finanziario di scuola e formazione nascono da questa evoluzione o involuzione che ricorda alcuni tratti dell’antica Atene al tempo dei sofisti.