Privato e privato sociale a gogo‘, parrocchie, sale concesse da comuni biblioteche, ecc. ecc. con la scusa della ”scuola nel/sul territorio” e con lo slogan pietistico ”adotta una scuola”: non c’è nulla di concreto nel piano per il cosiddetto rientro in sicurezza a settembre, tanto meno proprio in favore dell’aspetto sanitario visto che non c’è un piano integrato di restauri e/o ampliamenti di ex-edifici del patrimonio scolastico già all’opera o previsto a breve. Quindi quale distanziamento? Sul piano delle risorse umane è inutile girarci intono perché non vi saranno assunzioni aggiuntive ma semmai un po’ di stabilizzazioni (forse) a partire dall’autunno ma con benefici a decorrere dall’a.s 21/22. Il miliardo di investimenti annunciato basterebbe a malapena per assumere in modo aggiuntivo poco meno di 40mila unità ovvero meno del 5% dell’organico attuale ma dal momento che verrà gestito in vari modi dalle Regioni è indubbio che si riuscirà a fare solamente un maquillage delle strutture esistenti e nulla verrà investito in risorse umane che peraltro sarebbero essenziali proprio per le sanificazioni oltre che per garantire un docente ogni 15 allievi come avviene in quei paesi dove la scuola rappresenta un patrimonio prezioso per la comunità da tutelare il più possibile in questi tempi di esigenze di distanziamento. La soluzione è quindi lo scaglionamento orario, gli sdoppiamenti da incastrare con la teledidattica tanto agognata dalle multinazionali delle ICT. Pubblichiamo quindi un documento che fa il punto su tutti gli aspetti distruttivi di questo piano di rientro in pseudo-sicurezza in una pseudo-scuola. Si tratta di un documento condiviso durante un collegio docenti di un prestigioso liceo romano, il Virgilio, e approvato a maggioranza come mozione (prosegue a pag.2) :
Manifesto per i diritti e i desideri di bambine, bambini e adolescenti. Salute, spazi pubblici, scuola nell’emergenza Covid-19
Rete Scuola e bambini nell’emergenza covid 19
Pubblichiamo, di seguito, un manifesto prodotto dalla Rete Scuola e bambini nell’emergenza covid 19, una realtà formata da genitori, docenti e educatori che sta tenendo assemblee settimanali dall’inizio della pandemia sul tema dei diritti e della condizione dei minori. Si tratta di un documento che reputiamo convincente per almento due motivi. Il primo è che cerca di respingere ogni tentativo di contrapporre diritti fondamentali: alla salute, al benessere mentale ed emotivo, allo studio, allo spazio e al gioco, alla sicurezza sul lavoro (per gli insegnanti), a un welfare decente che non costringa le madri a casa. Il secondo è che inserisce la scuola nella società senza presentarla come un mondo a parte, così come parla dei bambini prima di tutto come cittadini e poi come alunni e studenti. (SEGUE A PAG.2)
Covid19 e sociologia: cosa manca alla comunicazione pubblica per evitare una seconda ondata epidemica
Uno studio di Boris Bikbov, MD, Ph.D. presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, Bergamo, Italy e Alexander Bikbov, Ph.D. dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, Paris, France
Secondo un recente studio scritto a due mani, l’una medico-scientifica e l’altra sociologica, una parziale o scorretta comunicazione pubblica nei riguardi della popolazione può ingenerare da un lato comportamenti che paradossalmente possono aumentare le possibilità di diffusione del contagio dall’altro rischia di causare danni psicologici nelle reti relazionali domestiche in modo particolare nelle fasce deboli della popolazione. I risultati pubblicati sulle riviste scientifiche più accreditate non vengono divulgate per il grande pubblico per aggiornarlo per esempio su concetti-chiave che hanno risvolti pratici concreti anche nelle misure di contenimento e distanziamento sociale: la carica virale nelle varie fasi del decorso della malattia, il problema degli asintomatici o addirittura le modalità di trasmissione e i comportamenti da assumere di conseguenza.
QUI IL LINK ALLA VERSIONE ITALIANA (a cura di Stefano Bertoldi)
Verso l’immunità di gregge ”forzata” cioè alla Darwin
Dalla Fase II senza progetto di salute pubblica, all’utilizzo del Rivotril in Francia per le persone anziane considerate senza speranza…
Com’è noto l’immunità di gregge si può ottenere vaccinando un’intera popolazione, o ammalandosi tutti e lasciando una scia di decessi dietro e una fetta di popolazione sopravvissuta immune, oppure rimanendo tutti reclusi in casa sine die ma è ovviamente impossibile se non per brevi periodi come quelli stiamo tutti vivendo.
In mancanza di un ”piano”, che non sia solo quello della gradualità e del distanziamento sociale, peraltro inattuabile in certi ambienti di lavoro, la riapertura delle attività lavorative e ”sociali” senza una mappatura molto ampia tramite i test molecolari (tamponi) o test sierologici e conseguenti ulteriori quarantene ”mirate”, si rischia di andare verso un approccio ”darwiniano” proposto in un primo tempo dal Regno Unito e poi negli USA.
La teledidattica ai tempi del Covid19 e del ”fantasma” CINECA
Ovvero del ”regalo” del MIUR alle multinazionali
delle piattaforme
Con un decreto dell’8 aprile 2020 il Governo italiano su indicazione dei ministri competenti per materia ha regolato d’imperio l’uso della teledidattica per mantenere una parvenza di continuità didattica. La prima stonatura, una delle tante nella vicenda del ”distanziamento didattico”, peraltro tardivo, suggerito da ovvie necessità sanitarie, sta proprio in questa necessità di indicarla come imprescindibile, quasi obbligatoria, come se la professionalità e senso del dovere degli insegnanti non bastassero a convincere il ministero di un impegno, ovvio, offerto sul campo.
Lettera aperta affinché la ”voglia di riemergere” non ci faccia ripiombare in un’altra quarantena di massa
Inviata al responsabile nazionale della Protezione Civile, al Primo Ministro e alla responsabile del Servizio Tecnico Scientifico Biologico dell’I.S.S.
egr. dott. Borrelli, Sig.Primo Ministro, dr.ssa Nicolini,
mi chiamo Stefano Bertoldi, sono un insegnante della scuola pubblica ma anche giornalista free-lance e attivista sindacale impegnato come sociologo nelle ricerche condotte dal CESP, Centro Studi Scuola Pubblica dei Cobas della Scuola. Vi scrivo queste poche righe affinché valutiate l’ipotesi di un piano nazionale di screening sugli ”asintomatici” così come descritto dalla ricercatrice Luisa Bracci Laudiero del CNR Immunology Network (Cin) in un recente articolo apparso sull’ADN Kronos. Proprio ieri, infatti, ho raccolto molti consensi tra i miei colleghi e in tutte le reti/chat informali cui partecipo, rispetto all’assoluta necessità di approntare un piano nazionale per l’individuazione attraverso specifici test su prelievi del sangue dei positivi asintomatici oltre che dei soggetti che sono venuti in contatto col morbo e sono ora immuni.
Perché tutto non ritorni come prima: l’appello degli economisti italiani
Mentre al nord si continua a morire e un’intera generazione è falcidiata dal Covid19 con la sola colpa di aver superato l’età fatidica sotto la quale fino a poco tempo fa si prendeva allegramente l’aperitivo gli uni abbracciati agli altri, mentre decine di medici e migliaia tra il personale sanitario si è contagiato, è deceduto o è in quarantena e viene tutt’ora mandato in trincea salvo elogiarli come eroi invece di aiutarli a proteggersi in quanto vittime, mentre tutto ciò accade nella colpevole lentezza di tutti i provvedimenti governativi presi fin qui, un folto gruppo di economisti ci avverte che il modello economico rapace di ieri non può e non deve continuare. Il sotto-testo di ogni dichiarazione dei pubblici poteri è che prima o poi si ripartirà per ”rimettere in moto l’economia”: ma che tipo di economia ? quallo che ha portato in Italia ad un 20%